Il giorno più lungo della Campania e le viltà della politica
Il giorno più lungo della Campania e le viltà della politica. Incertezza, paura, incredulità, scontro tra poteri e tra viltà. Oggi è stato il giorno più lungo per la Campania. Dalle notte scorsa, si è assistito ad un balletto tra zona rossa e zona arancione.
La certezza che la Campania dovesse entrare in zona arancione aveva mandato il governatore De Luca su tutte le furie.
Il numero uno di palazzo Santa Lucia aveva accusato il governo Conte di ogni nefandezza perché aveva negato la zona rossa.
Il colpo di scena arriva in serata. Poco fa, il governo ha fatto sapere che la Campania non si trova nella zona rossa, non entra in quella arancione ed è collocata in zona gialla.
Come il Molise per intenderci, tenendo nel massimo rispetto questa piccola regione.
I numeri che fanno tremare De Luca, per l’algoritmo che ha spinto il ministro della salute ed il governo a decidere in quale zona collocare la nostra regione, i numeri non sono allarmanti.
Auguriamoci che sia veramente così.
Naturalmente, ogni governatore può decidere di inasprire le limitazioni.
Ed allora perché De Luca non dichiara lo stato di emergenza e istituisce delle vaste zone o un’unica zona rossa?
Forse perché non ha fondi a sufficienza per ristorare le attività che dovrebbero chiudere. Non ha soldi per aiutare le famiglie che non potranno andare a lavoro ed anche, perché teme la piazza.
Le rivolte della scorsa settimana hanno ridimensionato la sua tracotanza e gli stanno facendo perorare l’aiuto del governo.
L’esecutivo non è da meno. Oggi ha deciso di prendere estreme decisioni solo dove non se ne poteva fare a meno.
Il giorno più lungo della Campania e le viltà della politica
Sullo sfondo la vita e la morte, anche economica dei cittadini.
Oggi il re è nudo, sia a Napoli che a Roma.