Il Papa ai parroci: Ospitate i profughi. Che faranno i preti caudini?

Il Caudino
Il Papa ai parroci: Ospitate i profughi. Che faranno i preti caudini?

Valle Caudina.  Ed ora come si comporteranno i sacerdoti della Valle Caudina? L’appello del Papa all’Angelus è stato perentorio, tanto da sembrare più un ordine. “Ogni parrocchia dia ospitalità ad una famiglia di rifugiati”. Parole che aprono la chiesa italiana ad una nuova sfida. Una sfida sacrosanta che tanti sacerdoti e parrocchie hanno già ingaggiato. Ma ora il Papa argentino chiama in causa tutti, anche la sonnolente chiesa della Valle Caudina. Tranne rare eccezioni da queste parti i preti, da tempo, hanno rinunciato ad uscire dalle loro chiese, non vogliono guidare i processi ma li subiscono passivamente. Sembrano essere diventati dei pavidi, dei don Abbondio che preferiscono tentare di mantenere piccoli privilegi, piuttosto che mettersi in gioco per cambiare qualcosa. Sussurrano la parola di Dio, invece, di urlarla dovunque. Fanno ancora opere di carità ma non intervengono e non denunciano le cause delle diseguaglianze e delle piccole, ma spesso grandi ingiustizie. Sono in una sorta di limbo e preferiscono non rinunciare ai loro piccoli privilegi.  Ma ora, una voce autorevole li chiama alle armi. Li chiama, soprattutto, a dare un esempio: quello di spalancare le porte delle loro case a persone che sono in fuga dall’orrore ed hanno bisogno di tutto. Perché papa Francesco non dimentica che duemila anni fa, un’altra famiglia ha bussato a tutte le porte e nessuno ha loro aperto. Ora dovrebbero ricordarselo anche i sacerdoti caudini che quella storia raccontano spesso.

Peppino Vaccariello