Il Papa porta dieci migranti in Vaticano: in Valle Caudina i preti tacciono
Questa mattina Papa Francesco si è recato in una visita lampo all’isola di Lesbo in Grecia. Il posto è altamente significativo visto che è diventato un campo profughi a cielo aperto. Il Papa, accompagnato da due Patriarchi ortodossi, farà anche un altro gesto importante: porterà con sé dieci migranti per ospitarli in Vaticano.
Certo, qualche purista ora storcerà il naso e immaginiamo il commento: con tutto lo spazio che ha potrebbe portarne molti altri.
Cosa fanno, però, i sacerdoti a cui il Papa si era appellato? Non un uomo qualsiasi ma il legittimo discendente al Soglio di Pietro, colui il quale per i preti dovrebbe essere massima Autorità.
Beh, in Valle Caudina (escludendo pochissimi casi), i sacerdoti fanno finta di nulla. All’appello di Francesco di accogliere qualche migrante nelle canoniche, hanno fatto spallucce.
Chi si giustifica a causa dei “problemi di gestione”, chi dice che non ha “la possibilità” e chi ignora del tutto l’indicazione del Sommo Pontefice.
Molto meglio sproloquiare sulla comunione ai divorziati o sui matrimoni gay: quelli sono impegni da tastiera, al massimo per qualche infuocata omelia domenicale. Sono parole, mica fanno sporcare le mani.
Accogliere un uomo (per giunta di un’altra religione) sarebbe un atto di coraggio e fede che i troppi don Abbondio presenti nelle nostre Chiese non si possono permettere.
Meglio condividere le foto di Aylan (il bimbo di tre anni morto sulle coste turche), meglio mostrare l’indignazione su Facebook. Ma le canoniche no. Eh, no. Non scherziamo. (foto dal web).
Angelo Vaccariello