Il Progetto Pannarano: una Comunità che accoglie
Il Progetto accoglienza minori migranti accompagnati e non, nasce dal buon senso civico ed umanitario della comunità di Pannarano. L’amministrazione comunale ha avviato, a partire dal mese di giugno una concertazione con il privato sociale sullo stesso territorio comunale; la cooperativa sociale Noi xVoi si è resa disponibile ed ha formulato un’ intesa con l’ente comunale formalizzando una convenzione sulla gestione dei migranti, che prevede una programmazione coordinata e condivisa degli interventi.
I punti essenziali dell’intesa sono essenzialmente tre:
- numerosità contenuta e ragionata di migranti in funzione di un’integrazione possibile;
- accoglienza esclusiva di gruppi familiari con minori accompagnati e non;
- reperimento del personale a livello comunale, da impiegare in attività lavorative del centro accoglienza.
Lo scopo di tale azione è stato quello di fare di una necessità, emergenza migranti e loro accoglienza, virtù: buone prassi ed occupazione.
La Prefettura di Benevento, si è dimostrata avanti e lungimirante nella gestione migranti, oltre ad aver facilitato il reperimento informativo ed essersi mostrata favorevole alla concertazione tra ente pubblico e privato, Comune –Cooperativa, ci ha consigliato in modo puntuale ed efficace quali strategie adottare per una corretta gestione. La disponibilità e la professionalità dei funzionari preposti ha enormemente facilitato la realizzazione del Progetto Pannarano.
Attualmente il centro ospita circa 25 beneficiari, di cui più della metà minori, abbiamo bambini che vanno da una settimana di vita a 17 anni. Grazie all’encomiabile lavoro degli operatori tutti gli ospiti sono adeguatamente seguiti e curati. I primi bambini hanno cominciato a frequentare l’asilo con un’ottima integrazione e buoni risultati.
Prevediamo una concreta opportunità per dare accoglienza ai tanti minori migranti accompagnati e non anche attraverso l’adozione di misure di affido familiare. L’accoglienza da noi intesa è una realtà da scoprire e valorizzare, infatti mediante questo strumento si può dare una concreta risposta alla continua “emergenza Accoglienza” di quei minori sfuggiti alla guerra e alla miseria e, come spesso ci hanno abituato le cronache odierne, scampati alle tragedie del mare.
Quindi, è urgente voltare pagine nel sistema di accoglienza dei minori stranieri: non più in centri di “primo soccorso”, ma una vera e propria accoglienza a misura di minore. Una casa vera, una famiglia vera, pronta ad amarli come figli.
Mi piace riportare la frase pronunciata da una famiglia Lampedusana che ha seguito la strada dell’affido senza esitazione “ … E se fossimo al posto loro? Tu non vorresti che una famiglia ci accogliesse in casa?”. In Italia le famiglie o single che hanno percorso la strada dell’affido sono diverse, anche se ancora poche. Un progetto importante è quello portato avanti da Amici dei Bambini. Progetto al quale hanno aderito circa 1120 famiglie.
In alcuni Comuni sono stati istituiti degli albi di famiglie affidatarie e vi sono alcune esperienze significative, in particolare, di affido di minori stranieri non accompagnati, ma queste sono presenti solo su pochi territori.
È evidente che se esistono legami familiari preesistenti si cerca di attivare un immediato ricongiungimento con la famiglia di origine. Se però questo ricongiungimento familiare prevede tempi lunghi, anche di verifica, l’affido familiare può essere una valida alternativa temporanea alla comunità.
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