Inchiesta sui depuratori ed acqua bene comune
Inchiesta sui depuratori ed acqua bene comun. L’inchiesta “Cloralix” della Procura di Benevento, che coinvolge 33 indagati tra gestori dei depuratori, pubblici amministratori e tecnici comunali, laboratori privati incaricati di effettuare le analisi sulle acque oggetto di deputazione, pubblici ufficiali incaricati di effettuare attività ispettive sul funzionamento dei depuratori, ha messo in evidenza, ove mai ve ne fosse ancora bisogno, che il bene acqua è incompatibile con le logiche di mercato.
Sanità pubblica
Ha dichiarato Daniele Lombardi, il segretario sezione del PCI di Sant’Agata de’ Goti:
“Gli Italiani si sono accorti (noi, a dir la verità, lo denunciamo, inascoltati, da troppi anni) della mancanza di sufficienti finanziamenti alla Sanità Pubblica con l’acuirsi della pandemia provocata dal Covid-19.
Per accorgerci che la gestione di un altro BENE COMUNE, l’ACQUA, che necessita di profondi interventi di finanziamento e totale revisione della modalità di gestione, dobbiamo attenderci un’epidemia di colera?”
Interessi aziendali
“Toccherà all’autorità giudiziaria – ha proseguito Lombardi – appurare quanto accaduto, però certo non possiamo esimerci dal fare alcune considerazioni: secondo il Procuratore Policastro venivano tutelati unicamente gli interessi privatistici di carattere economico dell’azienda a discapito del bene comune rappresentato dalla necessità di evitare che reflui inquinati o comunque non conformi a legge finissero nei corsi idrici, risorse vitali per il nostro paese”
Intorno alla gestione dell’acqua, che naturalmente prevede anche quella degli scarichi e del loro trattamento, ruotano interessi enormi supportati dal fatto che, a nove anni dal Referendum, la direzione politica dell’Italia di fatto spinge per la privatizzazione della gestione
Sassinoro e Fragneto l’Abate
E’ necessario ripensare alla gestione del ciclo dell’acqua nel Sannio a partire dalle esperienze virtuose di Sassinoro e Fragneto l’Abate guardando ad ABC Napoli, unica azienda non a scopo di lucro che gestisce l’acquedotto di Napoli e di parte della sua provincia.
Il PCI di Sant’Agata proseguirà nel percorso iniziato a gennaio con il Comune di Sant’Agata nel perseguire l’obiettivo di una gestione pubblica dell’acqua, aderendo all’ iniziativa del Comitato Sannita Acqua Bene Comune.