Incidente a Cervinara: il 29enne indagato per omicidio stradale
L’autopsia sul corpo di Patrizia Marro è stata effettuata nella tarda mattinata di oggi. Teresa Venezia, pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Avellino, titolare dell’inchiesta, ha dato mandato al medico legale Elena Piciocchi, che ha proceduto all’esame autoptico presso la morgue dell’ospedale Rummo di Benevento. I risultati, come da prassi, saranno consegnati entro sessanta giorni. Sempre il pubblico ministero ha proceduto al sequestro dei reperti ritrovati in strada, si tratta di alcuni pezzi di plastica, che facevano parte dello specchietto anteriore dalla Volvo C30, di un paio di occhiali, di una scarpa di pelle e di una sciarpa di lana, che, invece, appartenevano alla povera vittima.
S. G., il 29enne di Cervinara, risulta indagato per omicidio stradale, con l’aggravante di non essersi fermato. Il giovane, assistito dal noto penalista Dario Vannetiello, nel pomeriggio di ieri, si è assunto la paternità dell’investimento, offrendo la sua ricostruzione dei fatti presso il commissariato di Polizia di Stato di Cervinara. In buona sostanza, secondo l’accusa, ha infranto gli articoli 589 bis e ter del codice di procedura penale e l’articolo 181 del codice della strada. Anche l’auto, che il 29enne nel primo pomeriggio di ieri ha lasciato alla stazione di Cassino, risulta sotto sequestro ed anche su di essa dovranno essere effettuati i rilievi del caso.
Al momento, questi sono gli ultimi sviluppi delle indagini. In tanti, ci chiedono il motivo per il quale l’investitore non è stato tratto in arresto, nonostante sia entrato in vigore il nuovo reato di omicidio stradale. Anche in questo caso, come ci hanno spiegato esperti del settore, vigono le stesse garanzie per tutti gli indagati. Innanzitutto sono trascorse 24 ore dalla flagranza del reato e, quindi, non si procede più con l’arresto. Poi, come avviene per tutti gli altri casi, una persona può essere raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare quando ricorrono le seguenti condizioni: che il reato si possa ripetere, che le prove possono essere inquinate e ci sia pericolo di fuga.
Nel caso specifico, al 29enne è stata revocata anche la patente di guida e, quindi, non può rimettersi al volante. Inoltre i reperti sono stati tutti raccolti e l’auto è stata consegnata, quindi, non esiste il rischio che le prove possano essere inquinate E, sempre il magistrato ha ritenuto che non ci sia pericolo di fuga. Ciò non toglie che il Pm possa ancora chiedere al Gip (giudice delle indagini preliminari) la custodia cautelare per altri motivi.