Valle Caudina: L’ingegnere La Pietra ricorda Ciriaco De Mita
Valle Caudina: L’ingegnere La Pietra ricorda Ciriaco De Mita. Se avesse scelto di continuare a fare politica, forse, la storia di questa provincia e della Valle Caudina sarebbe diversa.
Ma l’ingegnere Rino La Pietra, dopo un solo mandato di sindaco a San Martino Valle Caudina, dopo un’esperienza da assessore provinciale ai lavori pubblici e vice presidente della provincia e dopo essere stato il segretario provinciale del Partito Popolare Irpino, scelse il lavoro. L’impegno per l’industria aerospaziale.
La riconciliazione con De Mita
Tra i motivi dell’abbandono anche un forte contrasto con Ciriaco De Mita. Anche se sarebbe più corretto parlare di un fortissimo contrasto con i demitiani. Nonostante questo, però, l’ingegnere con De Mita si è riconciliato e abbiamo chiesto a lui un ricordo del presidente. Ecco le sue parole divise in tre capitoli.
L’irpino
Intimamente legato alla sua terra, impegnato per la sua emancipazione, indissolubilmente legato alla gente, alle piccole Comunita’, alle nostre storie, alle nostre famiglie. Nasce a Nusco, vive e costruisce la sua vocazione democratica in Alta Irpinia e poi nella citta’ capoluogo ma (da sempre) apprezza la limpida lealtà dei paesi della fascia del Partenio. Il democristiano.
Ero diciottenne quando ad un convegno di Giovani DC gli chiesi di Gava e di quel sottopotere e di quelle collusioni di cui L’Espresso scriveva settimanalmente. Mi rispose: “io sono fortunato, come te, ad essere nato qui; fossi cresciuto altrove forse non sarei un politico. L’On. Gava è più bravo di me, ma è eletto altrove”.
L’intellettuale
Una volta, in risposta ai complimenti per la sua biblioteca personale (che era diffusa su ogni parete disponibile del suo studio) disse: ” proprio ieri all’Assemblea dei nuovi Gruppi Parlamentari DC ho approfittato per ricordare agli eletti che i libri vanno letti, non solo esposti”.
Uno di noi
Dopo un comizio a San Martino fu accompagnato in un bar e nel piccolo spazio disponibile tante persone si accalcarono per salutarlo. A forza di spintoni e grazie alla sua stazza, un mio compaesano (di cui non occorre indicare il nome) riuscì ad arrivare a lui e quando gli fu innanzi, per imbarazzo non riuscì a dire nulla di sensato, se non: ” Preside’ mi dovete scusare…non so che dire, non so parlare bene italiano”. E lui, sorridendo: ” non ti preoccupare, neanche io, eppure ti assicuro che mi faccio sentire”.
Fino alla fine
Andai a salutarlo qualche mese fa, dopo anni di distanza (anche politica). Feci la cosa giusta e lui ne fu visibilmente felice. Mi volle ringraziare a modo suo, sorridendo e inventando questa boutade di saluto: “tu hai 40 anni, lo vedo. Ed ora ahimé stai pensando che io sono diventato vecchio e non mi ricordo che sei più vecchio. E invece ho ragione io, tu hai 40 anni ed io ne ho 35 perché, liberi, ci siam messi a parlare di politica . Inutile dire che ho più di 60 anni e lui appassiono’ mio padre gia’ prima ch’io nascessi. Che sia per sempre. RiP. Amen