Io sono l’acqua, paziente e umile ma ogni tanto mi incazzo

22 Ottobre 2015

Io sono l’acqua, paziente e umile ma ogni tanto mi incazzo

Allora, io sono l’acqua, e sto incazzata. Ora mi devo sfogare.
È inutile che ironizzate: no, non mi sono ancora sfogata abbastanza.
Che pensate, sia facile essere indispensabile, venire giù dal cielo, stagnare a terra, risalire per l’aere sotto forma di vapore e blablabla…solo per servire voi? Credete sia piacevole essere chiamata “sorella acqua” quasi fossi la sorella di tutti, quando invece sono un privilegio per pochi? Ma ve lo immaginate il peso specifico del mio dover essere solido, liquido, gas, e mare, oceano e fiume, e pioggia, neve, ghiaccio e brina, e bottiglia, rigolo e zampillo, e privatizzata, e liberalizzata, e venduta e svenduta, a seconda di ciò che vi serve?
A volte, sono stanca dell’essere “due terzi”; sì, di essere due terzi dei vostri corpi, due terzi del pianeta, e dei due terzi del mondo che non mi possiede per bere. E poi sono così abituata a coprire spazi infiniti, che a volte mi espando, a volte esagero, e faccio la voce grossa. A volte lo faccio per farvi parlare, chè –si sa- se ci sono io di mezzo parlate tutti.
Vi faccio del bene (e certo, sono l’acqua, io…)…Non borbotto subito quando deviate i miei percorsi, le strade che mi scelgo, le mie normali teorie dei vasi comunicanti; poi vi scannerete da soli, rimuginando sulla geologia ignorata, sui metanodotti cementati nei letti dei miei fiumi, sui tronchi negli alvei ( quelli, – ditemi- dovete reciderli, o lasciarli?), sui piani urbanistici, sugli ecomostri e sugli appalti…
Suvvia, ragazzi, io sono l’acqua, le polemiche li lascio a voi, che siete gli uomini. Io sono l’acqua, sono l’economia, ma poi l’economia la fate voi…Io aiuto a costruire, e distruggo, perché è la mia natura…
Si, va bene, sono stata pessima, ho sventrato case, distrutto aziende, travolto, nella mia furia di fango e munnezza, i vostri beni e i vostri figli; certo, sono stata antidemocraticamente stronza, come il cane che morde lo stracciato; ma sono l’acqua, conosco anche le lacrime (le ho inventate io, perbacco!), lo so che si versano per un po’, ma poi torna il sole…Ecco, poi io smetterò con la mia furia, voi continuerete a polemizzare sulle responsabilità degli altri uomini nella causazione del disastro, e uomini nuovi rideranno perché ora c’è da ricostruire, e altri ancora ricominceranno a fare le stesse cose (chè quella è la vostra economia!) affinchè dopo la mia prossima infuriata si possa ricominciare a far soldi.
Io sono l’acqua, amici, vi lascio parlare, indagare, criticare e ricominciare a farmi violenza. Se mi incazzo, distruggo tutto. Ma mi perdonerete, mi so far perdonare. Mi state già perdonando, mentre riempite la moka, e riconoscete che vi servo per il prossimo caffè.

Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it

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