La Banda Bogh: un viaggio pulp in parole e immagini
“La Banda Bogh” è il nuovo romanzo illustrato di Mario “emmepiotto” Pota, scrittore casertano trapiantato a Torino; il volume è uscito da qualche settimana per i tipi di Cavinato Editore International ed è arricchito, ma sarebbe meglio dire “amplificato”, dalle splendide illustrazioni di Ignazio Cuga.
Non è un libro per tutti, “La Banda Bogh”. Non è un libro per i deboli di stomaco, non è un libro per buonisti, né per chi è in cerca di evasione a buon mercato, pur lasciandosi leggere d’un fiato: è, al contrario, un’opera dura, spigolosa, non consolatoria, im-morale nell’accezione più letterale del termine.
Se questa è la premessa, si fa fatica a credere che il protagonista della narrazione sia un bambino o poco più, un bambino alla ricerca del massimo grado di libertà possibile da conquistare attraverso il potere.
Un bambino corrotto, infetto, che gode e sogghigna vedendo un uomo morire, che forse ha egli stesso già dato la morte e che non esita ad arruolarsi in una masnada di musicisti fuorilegge, la banda Bogh, seguendone le orme. Con la banda non diventerà libero, ma anzi imparerà a obbedire e prenderà parte alle atrocità del gruppo. Un vero bastardo, insomma, la metà oscura che mai sospetteremmo di avere in noi, ma che forse, come ci induce a pensare la quarta di copertina, in ognuno di noi potrebbe celarsi. Una sorta di mito del Fanciullino in chiave pulp, più o meno.
E forse non è un caso che l’orrendo epilogo della storia del ragazzo senza nome sia la parte più riuscita dell’intero romanzo: una fine sulfurea, cruda, spietata. Se fosse un film, “La Banda Bogh”, potrebbe essere un po’ Point Break, un po’ Pulp Fiction, un po’ Sin City. Ma non prendetelo come un assioma: in un libro ognuno di noi proietta un po’ del suo immaginario e del suo vissuto, dunque non mi stupirei se, leggendolo, poteste trovare echi e riferimenti magari agli antipodi rispetto a quelli citati, anche se lo stile e lo spirito del libro restano innegabilmente e volutamente, rudi e crudi.
Con “La Banda Bogh”, Mario Pota conferma di essere uno scrittore dotato di indubbio talento, che qui si cimenta su un terreno diverso, ma non per questo meno appropriato, rispetto alle precedenti pubblicazioni, tutte contraddistinte dalla sinergia tra parola e immagine: Cronake (Falco editore) romanzo illustrato dalla pittrice Lucia l’Abbate uscito nel 2008; Trombate (Zona), una raccolta di racconti illustrati.
Peraltro, “La Banda Bogh” è arricchito da due racconti giovanili di Mario Pota intrisi di humor nero.