La lunga strada dell’emancipazione femminile

Il Caudino
La lunga strada dell’emancipazione femminile

“Non ti voglio vedere più neanche sul letto di morte”. Parole durissime soprattutto se pronunciate da una mamma nei confronti di una figlia. Poteva succedere anche questo nei primi anni settanta se la giovane figlia decideva di iscriversi al partito comunista italiano. Poi quella minaccia non è stata portata a termine e la mamma ha riabbracciato la figlia. Ma questo fa capire quanta sia stata dura l’emancipazione della donna nel nostro paese. Quegli anni, quelle lotte coraggiose che, purtroppo, non tutti conoscono sono stati al centro della presentazione del libro di Alberta De Simone, “il buio e la luce”. La presentazione è avvenuta nella sala conferenze del nostro giornale, ed è stata organizzata dalla professoressa Teresa De Vito, allieva ed amica della ex parlamentare. I lavori sono stati moderati da Peppino Vaccariello che ne ha approfittato anche per presentare Il Caudino on line che in soli due mesi ha raggiunto una media di 3000 visite al giorno. Dopo i saluti del padrone di casa, il direttore Alfredo Marro, i temi centrali del libro sono stati illustrati dalla preside Maria Felicia Crisci, altra donna che in quegli anni, si è impegnata per l’emancipazione della donna. La Crisci ha ricordato come furono cruciali quegli anni per acquisire diritti fondamentali per gli strati più deboli della società e come, anche se variegato, il movimento femminista sia riuscito a porre al centro della società, la donna come persona. Tutte cose presenti nel libro di Alberta De Simone insieme ad un resoconto della sua attività politica come deputata. Attività anche questa proiettata sui diritti delle donne e culminata con l’approvazione della legge sulla  violenza sessuale che prima era reato contro la morale e non contro la persona. Una vera e propria epopea quando la politica era passione ed impegno ed il confronto con la gente era continuo. Poi la parola è passata all’ex parlamentare diventata nonna di due gemelli da pochi giorni. La sala era piena e questo ha colpito la De Simone perché se tanta gente va ad ascoltare una politica quando questa non ricopre cariche è segno di grande rispetto. Sono stati tanti i temi affrontati ma, il suo intervento, non è stato affatto nostalgico.  È stato, invece, un incitamento ai giovani a ribellarsi per costruire un nuovo futuro.”Ci vorrebbe un nuovo 68, ha detto Alberta De Simone, un movimento che sappia scuotere un sistema che non si occupa affatto dei ragazzi”. Tanti gli aneddoti narrati, come l’anatema della mamma oppure la campagna per il referendum sul divorzio, fatta quando era incinta per spuntare le armi agli avversari. Hanno arricchito il dibattito, Enzo Cioffi, vera e propria esperienza degli anni settanta, Caterina Lengua, ex segretaria provinciale del Pd, la coordinatrice cittadina del partito, Pina Cillo, l’avvocato Mario Picca ed il direttore Andrea Stellato.