La Malanotte di Cervinara e il dovere della memoria 25 anni dopo
25 anni fa ka frana che distrusse Joffredo
La Malanotte di Cervinara e il dovere della memoria 25 anni dopo. Ricorre, nelle prime ore di domani il 25° anniversario dall’alluvione che colpì la parte alta di Cervinara.
La malanotte di Cervinara
In quella malanotte fra il 15 e 16 dicembre 1999 un pezzo di montagna si staccò dal costone della Foresta accumulandosi nella Chiana della Contessa; i detriti furono, poi, trascinati a valle dall’acqua caduta copiosamente in giornate di pioggia battente, distruggendo il cuore del borgo di Joffredo, situato a valle di Castello.
Cinque morti e una quindicina di feriti fu il terribile bilancio della tragedia, fra le più drammatiche nella storia della città. Morirono i coniugi Luigina Befi e Michelangelo Mascia, Giuseppe Affinita e suo figlio Luigi, Liliana Marro. In molti si salvarono perché i Vigili del Fuoco diedero tempestivamente l’allarme, buttando tutti giù dal letto.
Del centro dell’antico borgo si salvò solo la chiesa parrocchiale, che resse quasi miracolosamente al terribile urto.
Numerosi i danni alle abitazioni, alcune delle quali in piedi da un secolo circa; un migliaio le persone costrette ad abbandonare le proprie case. Cervinara pagò così il suo pesante tributo al dissesto idrogeologico.
Per ricordare questi eventi l’Unità Pastorale, il Comune di Cervinara, l’antica Confraternita dell’Immacolata Concezione e Il Mastio hanno organizzato un momento di preghiera per il 16 dicembre.
Nella chiesa di San Nicola alle ore 18:00 ci sarà la recita del Santo Rosario e, a seguire l’arcivescovo metropolita di Benevento monsignor Felice Accrocca celebrerà la Santa Messa.
Poi sarà deposta una corona sulla lapide eretta in memoria delle cinque vittime. La successiva proiezione di alcuni filmati d’epoca concluderà la celebrazione.
L’alluvione ha segnato il destino della comunità di Joffredo-Castello, che appare oggi smembrata. Serve più che mai far fronte comune, unendo le risorse che ci sono per elaborare una strategia di rilancio dell’intero territorio comunale che, come tanti paesi del Mezzogiorno, è oggi alle prese con fenomeni dispopolamento e invecchiamento della popolazione.
Alle questioni demografiche, strettamente connesse alle prospettive economiche, si accompagna la cronica carenza di servizi e infrastrutture che tengono la popolazione lontana da qualsiasi possibilità di sviluppo.
In tal senso la rete di aziende locali sorte a Castello e la sagra della castagna rappresentano una piacevole eccezione e certamente un esempio da seguire e sostenere.
Coltivare la memoria
Coltivare la memoria non dev’essere mero esercizio retorico, sarebbe inutile limitarsi a pensare al bel tempo che fu. Bisogna evitare gli errori del passato e dare una prospettiva per il futuro con iniziative concrete, per arrestare il declino e la fuga e favorire forme nuove di ritorno, rendendo vivo il borgo con impegno e intelligenza.
Ricordare, insomma, è fondamentale affinché il futuro non sia una terra straniera com’è stato il passato.