La mamma lo trova morto nel letto a 31 anni

Redazione
La mamma lo trova morto nel letto a 31 anni
La mamma lo trova morto nel letto a 31 anni

La mamma lo trova morto nel letto a 31 anni. Una famiglia e un’intera comunità sconvolte e in lutto per la morte improvvisa di un giovane uomo. Mattia Brugnerotto, conosciuto da tutti con l’affettuoso diminutivo di “Meci”.

La mamma lo ha trovato privo di vita nel suo letto. Avrebbe compiuto 32 anni il prossimo 13 agosto. Abitava con la mamma nella stessa casa della nonna, in via Patrioti ad Asiago.

A fare la tragica scoperta è stata proprio la madre Terry che, in tarda mattinata, non vedendolo scendere dalla camera, è andata a svegliarlo perché sapeva che “Meci” avrebbe dovuto recarsi al lavoro, in pizzeria.

’ha purtroppo trovato esanime e ha subito chiamato il Suem. Immediato l’arrivo dell’ambulanza dell’ospedale di Asiago, ma non c’è stato nulla da fare. Ai sanitari non è rimasto altro da fare che constatare il decesso del 31enne. Sarà l’autopsia, che si svolgerà nelle prossime ore, a stabilire le cause della morte di Mattia.

Autopsia chiesta dai famigliari

È stata la stessa famiglia Brugnerotto a chiedere fin da subito lo svolgimento di un accertamento autoptico e ha conferito mandato all’avvocato Roberto Rigoni Stern affinché proceda all’incarico di un consulente medico legale di parte che possa presenziare all’autopsia.

La mamma lo trova morto nel letto a 31 anni

«Io voglio assolutamente sapere cosa è davvero successo a mio figlio», dice la mamma, che non si dà pace. È distrutta dal dolore Terry, nei suoi occhi pieni di lacrime si leggono incredulità e sgomento ma anche tutto il suo profondo amore per questo ragazzo speciale, suo unico figlio.

Mentre parla stringe al petto una maglietta che Mattia aveva indossato nel suo ultimo giorno di vita. «Era un ragazzo d’oro, buono e gentile con tutti – ricorda – gli volevano tutti un gran bene. Un ragazzo solare e sereno. Non se la prendeva mai per niente e con nessuno. Uno di quelli che se casca il mondo si scansa».

Doveva fare il vaccino

Venerdì “Meci” aveva trascorso una giornata tranquilla. «Stava bene – racconta Terry facendosi forza – era a casa dal lavoro perché doveva andare a fare il vaccino. Una volta tornato a casa, ha mangiato qualcosa e poi è andato anche a fare una bella passeggiata intorno all’aeroporto.

Ha trascorso la sera con gli amici e poi è andato tranquillamente a dormire. Non ha segnalato nessun tipo di malessere, neanche un minimo disturbo. Poi sabato mattina è successo quel che è successo».

“Meci” era anche un bravissimo pizzaiolo. Era, da tanto tempo, una delle colonne portanti dello staff della pizzeria Da Tata, ad Asiago, i cui titolari, che sono anche amici di famiglia, per onorarlo, nella giornata di ieri hanno deciso di tenere chiuso il locale per lutto.

Mattia del resto era una persona piena di vita e aveva tanti amici. Gli piaceva stare in compagnia e poi amava andare a camminare in montagna, anche da solo.

«Quando arrivava in cima mi mandava una foto e un messaggio – ricorda la mamma – dicendomi “ce l’ho fatta”. Ora lo immagino mentre sta scalando la sua montagna più alta.

La figura della nonna

“Meci” era la luce e la gioia non solo di mamma Terry ma anche della nonna Urania che ha avuto un ruolo importantissimo nella sua vita. «La chiamava affettuosamente “Vecchia” – racconta Terry – e le voleva un gran bene. Non si allontanava mai da casa senza prima avere dato un bacio a sua nonna».

Tanti e pieni di amore e stima anche i messaggi lasciati dagli amici sui social network, dove prevale anche l’incredulità di fronte a un lutto tanto inaspettato e prematuro.

«Ciao amico mio, proteggici tutti – scrive uno di loro – con la complicità di Davide e Liliana (altri due amici della stessa compagnia scomparsi prematuramente, ndr), ne abbiamo bisogno».

Anche sulla pagina dell’Hockey Asiago Junior 1935, per i cui atleti la pizzeria da Tata è come una seconda casa, le sentite parole di cordoglio: «Increduli ci stringiamo intorno alla famiglia e al suo dolore. Oggi è un giorno triste. Stecche in alto, ciao Meci».

(foto corriere veneto)