La paura, i caudini e la pioggia

Il Caudino
La paura, i caudini e la pioggia

E’ che siamo così, noi caudini: ci allarmiamo, imprechiamo, perdiamo di lucidità, diventiamo appassionati ed aggressivi. E’ che la paura fa 90, e le tragedie dovute alla morfologia ed alla struttura del nostro territorio, ma anche al nefasto contributo dell’uomo, le conosciamo sin troppo bene.
E’ che noi siamo cresciuti con la paura del terremoto, perché un evento così drammatico, quando sei bambino, ti segna profondamente per tutta la vita.
E’ che l’acqua non può non farci paura; ma non quella del mare, no, per quella basta saper nuotare, e poi quella è lontana…La pioggia ci fa paura, la pioggia quella incessante, quella che sradica gli alberi a monte, che lascia straripare i fiumi, che inonda le strade e sventra le case, portando con sé oggetti e corpi straziati con la sua piena crudele.
E’ un incubo che conosciamo sin troppo bene, che non può non farci paura.
Ed allora bastano due giorni di pioggia di giugno per rievocare immagini ed emozioni sempre vive nella nostra memoria, per riaccendere una legittima rabbia, che è solo paura.
Il ’99 è lontano, ma la Coppola ed il Guarcino franano ancora, le strade ancora diventano fiumi e laghi, e noi siamo pellegrini erranti in una Terra Nostra che quasi non riconosciamo.
C’è da fare, lo sappiamo che c’è tanto da fare, qui il territorio va assolutamente messo in sicurezza; qui i soldi non ci sono, i Comuni i soldi non li hanno, ma la carta dei fondi europei, quelli che ottieni solo se presenti un progetto serio ed organico, che coinvolga in maniera armoniosa l’intera Valle, la si può ancora giocare…Qui bisogna individuare le zone a rischio idreogeologico, bisogna risanare le reti idriche e fognarie di tutto il territorio, e bisogna far presto, perché qui non si può, non si deve morire di pioggia.
Ed a ragione, allora, possiamo imprecare contro le varie amministrazioni, convinti che il nostro fabbricato abusivo in prossimità del torrente debba restare lì, che la nostra abitudine di riversare rifiuti di ogni tipo nei letti dei torrenti non sia certo paragonabile all’inerzia di chi ci governa, che il clientelismo in cui ci siamo cullati per anni non abbia inciso minimamente sulla vendetta della nostra Terra, madre e matrigna.
Tanto la pioggia, prima o poi, passa, e smettiamo di avere paura, e la paura diventa solo un ricordo…Tutto sommato, era solo una pioggia di giugno…

Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it