La smania di profitto continua ad uccidere gli operai

Redazione
La smania di profitto continua ad uccidere gli operai
Operaio schiacciato da una pressa

La smania di profitto continua ad uccidere gli operai. Ancora una morte bianca, ancora un incidente sul lavoro in Irpinia. E’ accaduto ieri pomeriggio a San Michele di Serino. A perdere la vita un operaio 59enne originario del Serinese, impegnato in un cantiere edile in via Satrano. I Carabinieri, attraverso i rilievi, stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto per accertare eventuali responsabilità alla base della tragedia.

Ma non si tratta di tragedia. E’ quanto sostiene la Filca Cisl in un comunicato. Un infortunio e un infortunio mortale, hanno sempre una colpa per inosservanza, per elusione delle norme e delle misure sulla sicurezza. Con la ripresa dell’attività, c’è un fortissimo aumento degli incidenti nei cantieri, spesso mortali. Solo una settimana fa a Scampitella è morto un operaio in un cantiere mobile per giunta in un lavoro di scavo per la posa della fibra ottica in un cantiere non edile.

------------
Smania di profitto

La smania del profitto e la fretta di completare le opere, continua la Filca,  non possono mettere in discussione la sicurezza e la dignità dei lavoratori. L’edilizia resta il settore più a rischio, con il 20% delle vittime. Senza risorse per gli ispettorati del lavoro, senza il riconoscimento del ruolo della bilateralità, e soprattutto senza l’introduzione di strumenti come la patente a punti, prevista dal Testo unico sulla Sicurezza ma non ancora entrata in vigore, continueremo a piangere il sacrificio di lavoratori edili.

Cles

Si riprendano le attività del CLES (Comitato per il lavoro e l’emersione del sommerso) a cui partecipano le forze dell’ordine, l’Asl e l’Ispettorato del Lavoro per incidere seriamente sulla prevenzione degli infortuni, sul rispetto contrattuale e sulla sicurezza, e il coinvolgimento degli enti bilaterali, Cassa edili e Centro Formazione  e Sicurezza, e in Prefettura si stabilisca l’Osservatorio sulle costruzioni. È un primo argine da istituirsi subito.

Che la battaglia per la sicurezza nei luoghi di lavoro, e nella peculiarità del lavoro edile, sia ancora ardua e che vada condotta primariamente sulla formazione continua, sull’osservanza delle misure e dei dispositivi già previsti, dunque sulla repressione di comportamenti illeciti ma pure sulla prevenzione per condotte corrette e che vedono sempre impegnati le parti sociali, lo testimonia quest’ultima tragedia.