La storia “incredibile”: un cervinarese il creatore di Hulk

Il Caudino
La storia “incredibile”: un cervinarese il creatore di Hulk

Giovanni P. D’Agostino è un altro illustre cervinarese che ha dato lustro alla nostra comunità. Della sua notorietà di grande disegnatore di fumetti tra i quali l’Incredibile Hulk, celebrato anche dal cinema mondiale, purtroppo, ne veniamo a conoscenza solo dopo la sua morte, avvenuta lo scorso 28 novembre ad Ansonia, una fiorente cittadina americana nel Connecticut. Giovanni, nato a Cervinara il 13 giugno 1929, era partito da Napoli alla volta di New York, con i genitori  Pasquale D’Agostino e Annunziata Pitanello alla fine degli anni trenta. In America, dopo le scuole dell’obbligo, aveva frequentato con rigore  l’Industrial School of Art di New York e la Art Students League, accademie dell’arte d’oltreoceano. Per le sue capacità artistiche iniziò prestissimo a lavorare negli anni quaranta come inchiostratore (una sorta di colorista delle vignette disegnate da altri) alla New York City’s Timely Comics che in seguito cambiò nome nella oggi famosissima Marvel Comics. Là Jon D’Agostino, mise in pratica le tecniche che aveva acquisito all’Accademia e, imparando dai grandi disegnatori che vi lavoravano, iniziò a creare personaggi virtuali che tutt’oggi sono ancora pubblicati. Non fu solo il creatore del famosissimo Incredibile Hulk, l’eroe verde con una forza mostruosa al servizio dell’umanità, reso famoso da una serie di telefilm trasmessi anche in Italia negli anni ’70, ma anche di fumetti poco noti in Italia ma non per questo non di successo: Jughead, My Little Margie, G.I. Joe, Sabrina the Teenage Witch, Atomic Mouse e Sonic the Hedgehog. Alla Marvel lavorò con il celebre Stan Lee e contribuì alla creazione di famosi supereroi, prestando la sua mano anche in occasione della nascita dei Fantastici Quattro (celebrati in 2 film di recente uscita che hanno avuto un grandissimo successo), Le tartarughe Ninja e dell’Uomo Ragno (Spider Man) creandone i disegni dei primi album. Nel 1955, al culmine del successo, sposò la sua prima moglie, Jean D’Onofrio, morta  nel 1992 dalla quale ebbe tre figli: John Jr., Peter, e Pat. Nel 1965 D’Agostino fu chiamato a collaborare con un altro grande artista dei fumetti, Stan Goldberg, con il quale creò fumetti di altrettanto valore come: Le avventure dei giovanissimi Archie, Reggie, Veronica e Betty alla Riverdale High School. Tra il 1950 e il 1960, D’Agostino ha continuato anche a lavorare per la Charlton, altro editore di storie a fumetti. Nel giugno del 1965, l’editore della Archie Comics Richard Goldwater, dopo molteplici tentativi, riuscì a sottrarre la genialità di Jon alla concorrente Marvel. Con Archie Comics, Jon D’Agostino ha collaborato per circa quaranta anni fino allo scorso 28 novembre, giorno della sua dipartita. Con essa il cervinarese ha pubblicato, una delle opere più amate dai lettori di Archie Comics, Jughead’s Time Police e opere come Archie’s Pals ‘N’ Gals, Explorers of the Unknown, Sabrina the Teenage Witch e Sonic the Hedgehog divenuto, poi, un videogame di grande successo mondiale. Negli anni, D’Agostino ha firmato le sue vignette con vari pseudonimi oltre al più ricorrente Jon D’Agostino. Ricordiamo tra tantissime Glamor Killed My Love e Romantic Hearts con il nome di John D’Agostino, Horror stories con Jon, Dark Mysteries, Rocky Jones, Space Ranger,  Space Adventures e The Amazing Spider-Man del 1963 con firma J. Dee. Nel 1980 è stato l’autore di Joe, A Real American Hero, Marvel Two-In-One, Planet Terry e Royal Roy solo per ricordarne alcuni. Nel 1995 si trasferì a New York nel Bronx dove conobbe e sposò la sua seconda moglie, Elvira Vivi Testa. Qui vi rimase fino al trasferimento a casa di un figlio nel Connecticut per curare un cancro alle ossa che lo ha minato fino alla sua morte. I quotidiani americani il 29 novembre hanno titolato a caratteri cubitali: “E morto uno dei padri del fumetto, John D’Agostino”.  Jon era legato molto alla sua Cervinara ed era tornato l’anno scorso, come ci ha riferito il figlio John, con il fratello Peter e il figlio Peter ora professore alla Temple University di Philadelphia, per rivedere i luoghi dove aveva avuto i natali. Un altro cervinarese illustre, quindi, che si aggiunge alla lunga schiera di personaggi che nella nostra terra hanno visto la luce. Sarebbe il caso, ora, anche se in forte ritardo, poter onorare il lavoro e la memoria di un cervinarese, che ha fatto crescere le ultime generazioni con le sue creazioni, con una mostra di suoi lavori e magari, perchè no, con un monumento che ne raffiguri e ne conservi nel tempo la sua gloria.

Angelo Marchese