La storia di Landing: dal Gambia ad Airola ospite di una famiglia
“Accoglieteli a casa vostra” recitano spesso i razzisti sui social riferendosi al “business” dei migranti. E in Valle Caudina c’è qualcuno che lo fa.
Si tratta della famiglia Refuto di Airola che, proprio in questi giorni, sta perfezionando l’accoglienza di un giovane ragazzo del Gambia, Landing.
A rendere nota la storia è Immafederica Refuto, giovane caudina, che con un post su Facebook ha ufficializzato il trasferimento del giovane migrante proprio a casa sua.
Quella di Landing è una storia ascoltata mille volte. E’ partito dal Gambia in cerca di libertà e di un futuro migliore. E’ finito nella Libia profonda “prigioniero” in un campo profughi dove ha subito botte e angherie di ogni tipo. Poi l’occasione: una barchetta che dalle coste libiche lo ha portato a Lampedusa. Da qui è finito prima a Napoli e poi in un centro di accoglienza a San Leucio del Sannio.
“Ogni tanto andavo lì – spiega Immafederico – per dare una mano ai volontari che si occupano di integrazione. Ho conosciuto Landing e abbiamo creato una vera amicizia: qualche volta è venuto a casa ospite della mia famiglia e ha legato subito con mio padre come lui tifosissimo del Napoli”.
“Ecco perchè – spiega ancora la giovane caudina – abbiamo deciso di ospitarlo noi direttamente. Ha rinunciato alla ospitalità nel centro e ha trasferito la residenza ad Airola a casa mia. Insomma, è arrivato un nuovo fratello”.
Landing quest’anno si è diplomato alle scuole medie. “Ora si iscriverà ad Airola alle superiori perchè il titolo di studio acquisito in Gambia non è valido: poi farà un corso per fisioterapisti”. Landing ama il calcio e spesso assiste i bambini che vogliono imparare.
Ci dice ancora Refuto: “Landing ama l’Italia, Airola e la nostra terra perchè qui finalmente può essere un uomo libero. Certo, qualcuno senza conoscerlo lo guarda con un po’ di diffidenza ma fortunatamente qui non ci sono episodi di razzismo ma siamo e continuiamo ad essere terre accoglienti”.
Buona fortuna Landing; buona fortuna famiglia Refuto.
Angelo Vaccariello