L’amore dei cani è incondizionato: impariamo da loro

Redazione
L’amore dei cani è incondizionato: impariamo da loro

Un triste giorno, mentre tutt’intorno la gente s’allieta per la festività natalizia.
In genere il Natale è sinonimo di accrescimento: si rivedono persone da tempo lontane, si riceve un dono oppure un abbraccio.
Sennonché toccò a me il triste destino della dipartita.
Il cane fedele, che rendeva meno solitario questo triste cammino, ha deciso di abbandonarsi al sonno eterno ed irreversibile. L’ho veduto ritornare alla Terra nostra Madre senza indugio, rilassare il corpo oramai scolpito dal Tempo, lo scultore che ogni giorno sottrae brandelli alla vita nostra.
Cosicché l’esistenza non è altro che un blocco di marmo: turgido, compatto e resistente all’occhio disattento, ma pronto a frantumarsi non appena il martello lo lambisce con violenza.
Il tempo, allora, è violenza?
Non, per nulla. Soltanto il tramite che ci conduce al luogo che, per una vita intera, ci ha dato nutrimento e che adesso chiede il nostro corpo in cambio, affinché possa essere concime per i frutti dei figli nostri.
Mi dite spesso che l’amore che manifesto per il genere animale è infantile, che le premure che gli riservo derivano dal mio tempo che non conosce altro se non l’ozio.
Le vostre parole sono taglienti come il vetro infranto nelle carni.
Non ho mai trovato bipede che avesse amore da donarmi così come ha fatto il mio cane nel breve tempo della sua vita, e mai nessuno di voi ha saputo alleviare le mie pene come sapeva fare lui, pur senza pronunciare alcuna parola. Dopotutto agli animali non è stata di certo concessa la parola, ma mezzi più altri e più profondi di comunicazione.
Col singulto che non smette d’affiorare e l’animo mesto e cinereo per la sciagura, volgo lo sguardo al percorso che ancora sì duro e alla terra, adesso cosparsa di te, mio amico fedele, immortale perché immensamente presente nel mio ricordo.
A Jeky.

Alessia Mainolfi