Laura Antonelli, il Cinema Irpino e una Cervinara che non c’è più

Il Caudino
Laura Antonelli, il Cinema Irpino e una Cervinara che non c’è più

Valle Caudina. Eravamo ancora troppo piccoli per andare al cinema a quegli spettacoli. C’era il divieto per i minori di 18 anni, ma sapevamo da racconti arditi di alcuni nostri amici un po’ guasconi che se avessimo avuto il coraggio saremmo potuti entrare e la maschera avrebbe chiuso un occhio. Ma quello ancora ci mancava ed allora dovevamo accontentarci della reclamè, di pochi minuti di pubblicità per vederla su quella scala e per sprofondare in un universo erotico sconfinato. La morte di Laura Antonelli mi ha riportato alla mente fatti ed immagini di quando eravamo ragazzini, con una in particolare, scolpita nella mia memoria: Il Cinema Irpino. Quanti pomeriggi trascorsi in quella sala, prima con mio padre ed i miei fratelli, poi, più grandicello con in tasca i soldi del biglietto e di un croccantino o di una busta di pop corn, spavaldo con gli amici. Non era cero una sala da prima visione, ma per noi era il Cinema.
Vedevamo di tutto, anche film vecchi diversi anni e le repliche non si contavano. Lo spettacolo poteva non finire mai, perché una volta entrati, non si usciva più. Quante volte si fischiava all’operatore perché sbagliava a mettere la pizza della pellicola e quante volte si applaudiva quando il buono faceva giustizia sul cattivo.
La domenica solo posti in piedi, perché si entrava dopo la fine delle partite, ascoltate alla radio e quel giorno di festa vedevi tante coppiette, che approfittavano del buio della sala per scambiarsi qualche effusione.
Prima dell’inizio dello spettacolo piombava il silenzio perché tutti sapevamo che ci sarebbe stata la pubblicità di Malizia e sarebbe comparsa lei. Ci sentivamo come i peggiori peccatori, per quel vedo e non vedo, qualcuno di noi, poi sarebbe corso anche da Monsignor Antonio Lombardi per confessarsi.
Ma lei, Laura Antonelli, ci faceva vincere tutte le paure, ci faceva diventare spavaldi: per noi era più di una dea. Quanto eravamo ingenui, rispetto ai ragazzini di oggi ai quali basta un click per svelare tutti i segreti del sesso. Per noi, invece, era un grande mistero che avremmo scoperto solo tanti anni dopo. Sempre al cinema, può sembrare strano, ma c’era una sala in ogni comune della Valle Caudina, avremmo scoperto la commedia erotica all’italiana e poi i primi film a luci rosse che, probabilmente, sono stati la tomba dell’erotismo. Ma prima di arrivare a quel momento, quante volte siamo arrossiti davanti al bigliettaio perché stavamo andando a vedere un film come Malizia. Poi cresci, fai le tue esperienze, conosci l’amore, ma se ripensi alla nostra Dea, a Laura Antonelli, beh non solo ti viene la nostalgia, ma senti nello stomaco qualcosa di forte, come quella prima volta che l’hai vista sulla scala e le hai sbirciato le gambe. E sapere che è morta sola ti riempie il cuore di tristezza. Lei sia lieve la terra.

Peppino Vaccariello