Le preoccupazioni di Nardone sul rapporto Svimez
Secondo il presidente di Futuridea ci sono ancora troppi gap strutturali
Le preoccupazioni di Nardone sul rapporto Svimez.
In merito al nuovo Rapporto SVIMEZ, pubblicato nei giorni scorsi, interviene il presidente di Futuridea Carmine Nardone, sottolineando come i segnali positivi registrati nel Mezzogiorno restino ancora congiunturali e non strutturali.
“Il rapporto SVIMEZ negli ultimi anni ha registrato alcuni segnali positivi nel Mezzogiorno: crescita del PIL lievemente superiore alla media nazionale in alcuni periodi, aumento dell’occupazione in alcuni settori, miglioramento delle esportazioni agroalimentari e una lieve ripresa degli investimenti pubblici, PNRR in primis.
Ma il problema è la natura di questi segnali – afferma il presidente Carmine Nardone – : si tratta di dinamiche congiunturali più che strutturali. I brevetti restano uno degli indicatori più impietosi del divario Nord-Sud. Al Nord si brevetta di più e in settori ad alta intensità tecnologica; al Sud si brevetta poco e spesso in ambiti a minore protezione industriale.
Ciò conferma la persistente debolezza dei sistemi regionali dell’innovazione. Senza produzione autonoma di conoscenza non c’è sviluppo, ma dipendenza strutturale. Ancora più preoccupante è il dualismo nelle nuove cultivar agricole. – evidenzia Nardone –
Il Mezzogiorno, pur disponendo di biodiversità, clima e storia agronomica, non è più centro generatore di innovazione, ma utilizzatore passivo di genetica sviluppata altrove. Questo comporta dipendenza varietale, costi maggiori per licenze e una riduzione del margine operativo dei piccoli coltivatori. Innovare al Sud costa di più proprio perché il Sud non è sovrano nella produzione della conoscenza.
Se il Sud cresce grazie a investimenti esterni, tecnologie importate e senza controllo su brevetti e filiere della conoscenza, non si parla di sviluppo ma di modernizzazione dipendente: una forma elegante di subalternità economica. Un po’ come crescere a debito… di futuro.
Un certo ottimismo del rapporto SVIMEZ non va demonizzato, – spiega ancora il presidente Nardone – ma può essere letto come un tentativo di rendere il Sud ‘finanziabile’, di rassicurare l’Europa e di giustificare l’impianto del PNRR. Il rischio è scambiare un rimbalzo per una riforma.
La questione meridionale oggi va oltre l’economia: è un tema geopolitico. Le royalty tecnologiche, la sovranità sulle cultivar, la gestione dei brevetti e dei dati riguardano sicurezza alimentare, autonomia economica, capacità negoziale del territorio e giustizia intergenerazionale.
Sono questioni di potere reale sulla vita: semi, acqua, suolo, dati, algoritmi, brevetti”. Da qui le conclusioni di Nardone che rimarca ancora una volta che l’innovazione diventi priorità strategica: “C’è bisogno di investimenti radicali in ricerca pubblica, biotecnologie, infrastrutture cognitive e nel rafforzamento del ruolo degli agronomi e dei centri di sperimentazione territoriale. Solo così il Mezzogiorno potrà diventare protagonista, e non utilizzatore passivo, dei processi di innovazione”.