Le visite dei Presidenti della Repubblica in Valle Caudina
Valle Caudina. Il prossimo 28 gennaio, un Presidente della Repubblica tornerà a fare visita a Benevento. L’ultimo era stato Carlo Azeglio Ciampi oramai 17 anni fa. Mattarella ha accettato l’invito a presenziare all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi del Sannio. La visita di un Capo dello Stato è sempre un evento da riportare negli annali.
Anche la Valle Caudina ha avuto questo onore, in ben due occasioni, nel 1991 e nel 1996. 28 anni fa Francesco Cossiga visitò Paolisi, mentre cinque anni dopo, Oscar Luigi Scalfaro fu accolto ad Airola. Due visite diverse, in quanto quella di Cossiga a Paolisi, mediaticamente, fece clamore. Il presidente Scalfaro, invece, dopo essere stato la mattina in visita alla città di Benevento, nel pomeriggio si recò presso l’istituto minorile di Airola.
Franesco Cossiga, invece, ebbe un’unica meta, proprio la Valle Caudina.
Era il 21 dicembre del 1991, un sabato, ed il Presidente della Repubblica accettò l’invito che alcuni sindaci della zona gli avevano rivolto , in quel di Paolisi, per inaugurare la chiesa di San Tommaso, ristrutturata a seguito dei danni del terremoto del 1980.
L’iniziativa fu presa dall’allora sindaco di Paolisi, Umberto Principe che chiese ai suoi colleghi di Cervinara, Peppino Ricci, Rotondi, Raffaele Lanni, Forchia, Michelino Giordano, Bonea, Fortunato Votino, Bucciano, Angelo Ferrante e San Lupo, Carmine Mastrocinque, di dare più forza al suo invito rivolto all’inquilino del Quirinale.
In quel tempo, Cossiga, quasi al termine del suo settennato, era diventato una scheggia impazzita del sistema partitico. Cominciò ad esternare colpendo a fondo le ingessature con le quali si sostenevano i partiti, dal dopoguerra ad oggi. Non risparmiava nessuno, neanche il suo partito, la Democrazia Cristiana. Per questa sua azione, si meritò il titolo di Picconatore ed anche un grande consenso nell’opinione pubblica.
I partiti lo osteggiavano aspramente. Tra i suoi avversari anche l’ex segretario della Dc, Ciriaco De Mita che aveva favorito la sua ascesa al Quirinale. I sindaci caudini erano tutti democristiani, di rito demitiano, all’epoca era impossibile non esserlo. E così a Cossiga non parve vero di poter essere accolto come un trionfatore nel feudo del suo avversario che brigava con gli ex comunisti per metterlo in stato di accusa. E così quella visita fu accompagnata da paginate e paginate dei più importanti quotidiani e la Valle Caudina conobbe un interesse mediatico senza precedenti.
Cossiga non tradì le attese. Fu ricevuto dai sindaci ma anche da Clemente Mastella, quale rappresentante del governo, allora era sottosegretario alla Difesa. Ad accompagnarlo il capo della polizia Arturo Parisi e tanti alti funzionari, tanto che Paolisi sembrò troppo piccola. Dopo la visita al comune e prima dell’inaugurazione della chiesa si fermò con i giornalisti e sparò ad alzo zero contro il leader di Nusco ed il suo sistema di potere. A raccogliere le sue parole anche il direttore di questo giornale, Alfredo Marro che volle portare con sé ed accreditare il sottoscritto, allora cronista alle prime armi.
I sindaci donarono a Cossiga un piccone d’oro, ma non ci fu alcuna ribellione contro De Mita. Le fasce tricolori non avrebbero mai pensato che il Presidente della Repubblica accettasse il loro invito.
Una curiosità, qualche anno dopo la fine del settennato, l’ex sindaco di Cervinara Giuseppe Ricci incontrò Cossiga ad un matrimonio. Ricci lo andò a salutare e con grande stupore si rese contò che ricordava benissimo quella sua visita a Paolisi.
Peppino Vaccariello