L’esodo dalla Valle Caudina: Una Visione Necessaria per il Futuro

Continua il dibattito aperto dal nostro giornale

Redazione
L’esodo dalla Valle Caudina: Una Visione Necessaria per il Futuro

L’esodo dalla Valle Caudina: Una Visione Necessaria per il Futuro. Continua il dibattito innescato da un editoriale del direttore de Il Caudino Peppino Vaccariello sullo spopolamento della Valle Caudina. Un dibattito serio, non urlato e non lesivo per nessuno.  Gli intervemti di tutti verranno pubblicati solo se rispettano questi presupposti, Gli stessi criteri che leggiamo nella missiva che ci ha inviato il direttore del Conservatorio Nicola Sala di Benevento e già sindaco di Rotondi, Peppino Ilario.

Il progressivo spopolamento

Negli ultimi giorni, il dibattito acceso sulle pagine del giornale online “Il Caudino” di Cervinara ha posto sotto i riflettori una questione che da tempo preoccupa la nostra comunità: il progressivo spopolamento dei piccoli comuni della Valle Caudina. Tuttavia, vorrei proporre una prospettiva diversa, una riflessione che non si limiti alla nostalgia per un passato che non tornerà, ma che guardi al futuro con occhi aperti e mente lucida.

La realtà è che la migrazione verso luoghi che offrono migliori opportunità di vita e di crescita non è un fenomeno recente, né è esclusivo della nostra valle. È una dinamica che ha caratterizzato la storia di molte piccole comunità italiane, e ancor più nei secoli passati, quando i nostri nonni e bisnonni partivano per cercare fortuna altrove, portando con sé sogni e speranze di un avvenire migliore. L’andare via non è sinonimo di abbandono, ma è spesso una scelta necessaria, dettata dalla volontà di costruire un futuro più solido per sé stessi e, soprattutto, per i propri figli.

Oggi viviamo in un mondo sempre più globalizzato, dove le distanze si sono accorciate al punto che è più veloce raggiungere Londra in aereo che Bari in macchina. I nostri giovani partono per studiare e lavorare, spinti dalla consapevolezza che fuori dai confini della Valle Caudina possono trovare possibilità che qui, purtroppo, non esistono. Tuttavia, questo non significa che la nostra comunità sia destinata a un inesorabile declino.

È innegabile che in passato si sarebbe potuto fare di più per lo sviluppo strutturale delle nostre aree, ma dobbiamo anche riconoscere che una certa miopia ci ha impedito di cogliere le opportunità quando si sono presentate.

Le infrastrutture stradali, viste un tempo come una minaccia per il nostro paesaggio, oggi sarebbero state un valore aggiunto. Eppure, ancora oggi non riusciamo ad attivare una linea ferroviaria che potrebbe fungere da metropolitana tra Benevento e Napoli, consentendo ai nostri giovani di studiare comodamente nelle Università, nei Conservatori di musica e nelle Accademie d’Arte di entrambe le città, mantenendo un legame più stretto con la loro terra.

Il problema vero non è solo l’esodo per motivi di lavoro, ma la mancanza di un ricambio generazionale che possa mantenere viva la nostra comunità. Tuttavia, partire e confrontarsi con altre realtà non deve essere visto come una perdita definitiva, ma come un’opportunità di crescita.

Dobbiamo lavorare affinché chi parte senta il piacere di tornare, di riconnettersi con le proprie radici. Questo non significa vivere di rimpianti, ma costruire un presente che renda il ritorno una scelta possibile e desiderabile.

Percorso di crescita

In conclusione, non possiamo permetterci di rimpiangere il passato. Dobbiamo guardare avanti, accettare che l’andare via è parte di un percorso di crescita e lavorare affinché la Valle Caudina diventi un luogo che i nostri giovani scelgano di lasciare solo temporaneamente, con la certezza che qui troveranno sempre un luogo accogliente dove tornare, ricco di opportunità e di affetti.

Il futuro della nostra terra non è nella nostalgia, ma nella capacità di trasformare le sfide in nuove possibilità.

Peppino Ilario