Lettera aperta al ministro Nordio sul caso Almasri
La lettera è stata inviata da un 23enne cervinarese, Beniamino Ceccarelli

Lettera aperta al ministro Nordio sul caso Almasri.
Salve,
Signor Ministro,
ho impiegato molto tempo a scrivere questa lettera, ero convinto che sarebbe stato inutile, ma poi ho ricordato i valori ed i principi del nostro Paese, fondato sul rispetto della persona e dei principi di umanità, di solidarietà e di uguaglianza. Così ho capito che anche una singola opinione o una singola voce meritano di essere ascoltate e ho trovato il coraggio di scriverle con la speranza che lei possa dedicare un po’ del suo tempo a leggerla.
Ministro io amo profondamente il nostro Paese, lo amo non solo per la grande potenza della sua cultura, della sua arte e del suo ingegno (che troppo spesso vengono ignorate), ma soprattutto perché lo considero un faro di speranza: una comunità fatta di persone generose e cordiali, che tendono una mano aperta e offrono una possibilità a tutti.
La nostra è una comunità fondata sull’idea che un uomo vale tantissimo e che può fare la differenza a prescindere dal suo genere, dal colore della sua pelle, dal suo luogo di origine, dal suo orientamento sessuale, dal censo e da tutte le altre categorie.
Vede signor Ministro lei è un membro del Governo della mia Nazione, ed i poteri che la Costituzione e la Legge le attribuiscono altro non sono che degli strumenti per compiere al meglio il suo dovere di rappresentante e servitore del popolo italiano.
Quando lei agisce lo fa anche e soprattutto per servire e rappresentare me in quanto cittadino italiano e sa cosa ho fatto la notte del 30 Gennaio, quando ho saputo del caso Almasri?
Ho pianto, e poi ho pregato.
Non ho dormito quella notte e da allora dormo male perché nei miei sogni vedo la loro agonia e sento le loro urla, le loro grida di aiuto, la loro disperazione.
La disperazione di chi conosce ormai il suo destino e sa di non avere nessuna via di uscita, colpevole solo di aver guardato all’Italia e all’Europa come a quel faro di speranza che sono convinto rappresentino. L’unica cosa che gli rimane da fare è sperare di morire in fretta così da non dover soffrire ulteriormente.
Io non sono padre, ma ne ho uno, e non riesco nemmeno ad immaginare il dolore che proverei se fossi uno di quei tanti ragazzi costretti a guardare il proprio subire atroci torture.
Ho anche una madre ed una sorella, e mi creda se le dico che non riesco ad esprimere a parole quello che proverei nel caso in cui fossero due tra le tante donne detenute in quei campi e sottoposte a quelle atrocità.
Io ritengo che esista una sola parola in grado di descrivere i responsabili di tutto questo: mostri.
Lei con le Forze dell’Ordine ha avuto il grande merito di aver trovato uno di quei mostri, accusato dei più efferati crimini che si possano commettere, ma non ho creduto ai miei occhi quando letto il resto dell’articolo e ho visto quella foto.
La foto di quell’aereo battente bandiera italiana nell’aeroporto di Tripoli mentre quel lurido bastardo scendeva gli scalini accolto come se fosse un eroe.
Ministro lei saprà certamente che la nostra Repubblica è stata fondata all’alba di quel magico 01/01/1948 con una grande parola d’ordine: MAI PIU’.
Signor Ministro, lei ha violato quella parola d’ordine, permettendo ad uno di quei mostri di farla franca e di tornare a casa, continuando a fare tranquillamente quello che stava facendo. Le sente le urla? Le stanno gridando che lei è complice.
A fine giornata quando posa la testa sul cuscino, voglio che ripensi a tutti quei poveri innocenti stuprati, torturati e uccisi da un mostro senza scrupoli che lei ha lasciato andare. Riuscirà a dormire?
Non intendo esporre alcuna teoria, né argomentazione a sostegno della teoria secondo la quale lei avrebbe potuto fare qualcosa per assicurare alla giustizia questo mostro e sa perché?
Perché ritengo gli italiani delle persone intelligenti e sarebbe un insulto nei loro confronti provare a convincerli di ciò che è evidente.
Sarebbe un po’ come se provassi a convincerli del fatto che il cielo è azzurro di giorno e nero di notte.
Io non conosco i motivi che l’hanno spinta a prendere questa decisione e non voglio neanche conoscerli perché qualunque essi siano, perdono ogni significato di fronte alla parola d’ordine pronunciata e sigillata all’interno della nostra Costituzione che le ripeto una seconda volta: MAI PIU’.
Lei è il Ministro della Giustizia, ma è giusto un Mondo in cui le azioni più atroci rimangono impunite? Qual è la sua definizione di giustizia? Come fa a dormire la notte?
Lo sa i soggetti che quegli animali detengono in quei campi non sono solo dei numeri, sono persone, cariche di sogni, speranze, angosce, ansie, come per tutti noi.
Sono nostri fratelli e nessuno può tollerare che tutto questo rimanga impunito.
Io non voglio discutere del problema dell’immigrazione, sappiamo tutti che è una grande sfida che il nostro Paese deve affrontare, ma sono convinto che esistono degli strumenti che ci consentano di affrontarlo senza dover acconsentire a tutto questo. Senza consentire che migliaia di persone ogni anno muoiano in mare o per mano di gente come Almasri.
È vostro dovere trovarlo, così com’è vostro dovere impedire che tragedie simili accadano a nostro nome o (ancora peggio) per un nostro interesse. In quanto ministro della Giustizia è SUO dovere assicurarsi che i responsabili di tali tragedie vengano spediti dove meritano: in prigione.
Ministro prima di concludere questa lettera, intendo citare anche un altro episodio accaduto nel Febbraio del 2023: la strage di Cutro.
94 morti tra cui 34 bambini.
Mentiamo a noi stessi se pensiamo davvero che non avremmo potuto salvarli, sono morti a meno di 500 metri dalle Coste Italiane. NOI AVEVAMO IL DOVERE DI SALVARLI. Non c’è argomentazione politica che tenga.
Se non ha sentito le dichiarazioni di coloro i quali hanno avuto l’ingrato compito di recuperare tutti quei cadaveri, la invito a farlo. Quelle dichiarazioni, soprattutto dei pescatori che hanno aiutato i soccorritori, esprimono al meglio come mi sento in questo momento: impotente, rassegnato, costretto ad assistere tutti i giorni a queste atrocità, mentre nei telegiornali, in televisione e nei social media l’odio verso l’immigrato dilaga non solo impunito, ma addirittura incentivato da coloro i quali sfruttano la paura della gente per alimentarlo e fornirne un’immagine talmente distorta da non riuscire più nemmeno a considerare l’immigrato una persona, ma solo un numero che deve diminuire.
Questa idea è diventata talmente radicata che la strage di Cutro e gli atti di orrore commessi da mostri come Almasri non colpiscono più, se ne parla come se a morire fossero dei topi.
Signore io non voglio essere complice di tutto questo e le scrivo con il dovuto rispetto (che devo avere nei suoi confronti in quanto rappresentante del popolo italiano), che lei non rappresenta me ed a nome mio e di tutti quelli che intenderanno firmare questa lettera le chiedo 2 cose:
- A nome delle vittime innocenti della strage di Cutro le chiedo di fare tutto il possibile per sostenere la magistratura nell’assicurare alla giustizia coloro i quali avrebbero potuto salvarli, senza guardare la divisa che indossavano e che hanno disonorato.
- A nome di tutte le vittime innocenti torturate e uccise da quel mostro di Almastri le chiedo solo una cosa: vada in Parlamento e gli chieda ufficialmente scusa a nome suo e di tutto il Popolo Italiano, con la promessa che non accadrà più
Io mi chiamo Beniamino Ceccarelli, ho 23 anni e vivo a Cervinara: un paese della provincia di Avellino in Campania; e credo dal profondo del mio cuore che lei abbia l’opportunità di dimostrare che l’anima ed il cuore di questa grande Nazione siano dalla parte giusta.
Grazie mille dell’attenzione e buon lavoro