Lettera aperta al ministro Valditara

Il profssore Massimo Palumbo ha scritto questa missiva al responsabile dell'istruzione

Redazione
Lettera aperta al ministro Valditara

Lettera aperta al ministro Valditara. Il Gioco dell’Oca… un passo avanti e dieci indietro!

Molti di voi ricorderanno certamente questo “gioco di società” diffuso negli anni ’70 e ’80: davanti a un cartellone illustrato, tre o quattro giocatori, lanciando i dadi, si sfidavano per arrivare primi al traguardo.

In base al numero uscito, il birillo avanzava sulle caselle, ciascuna con regole che acceleravano o rallentavano il percorso verso il “rush finale”. Ma spesso, a causa delle penalità incontrate, il giocatore era costretto ad arretrare, perdendo in un istante tutto il cammino fatto e ricominciando daccapo.

Ho voluto spiegare questo gioco per i più giovani, così da chiarire la metafora.Detto ciò: ho 63 anni e dal 2016 insegno nella scuola pubblica come docente precario di strumento musicale.

Dal 2015 sono iscritto regolarmente alle GPS della provincia di Avellino. Ho lavorato soprattutto in Alta Irpinia – a Sant’Angelo dei Lombardi, Guardia Lombardi, Morra De Sanctis e Torella dei Lombardi – per circa cinque anni. Negli altri quattro, ho alternato il mio insegnamento tra Cervinara, Rotondi e Roccabascerana.

In questo tempo ho formato centinaia di allievi, molti dei quali hanno continuato lo studio del violino nei licei musicali e nei conservatori campani. Parallelamente, ho conseguito una laurea di II livello in Tecnologie musicali (indirizzo produzione musicale e discografica) e un’abilitazione per l’insegnamento del violino nella scuola secondaria di primo grado.

Attualmente frequento i percorsi abilitanti per l’insegnamento di educazione musicale e sono pronto a partecipare al prossimo concorso.Racconto tutto questo non per rivendicare meriti personali, ma per mostrare come la mia esperienza – simile a quella di tanti colleghi – sia stata cancellata con leggerezza.

Ciò che è accaduto a me non è un fatto privato, ma il simbolo di una gestione che umilia la scuola pubblica e chi vi lavora.

Eppure, l’anno scolastico appena iniziato è cominciato nel peggiore dei modi. A giugno, subito dopo aver conseguito il titolo di abilitazione, ho ricevuto una notizia amara: sei cattedre di violino, tra Avellino e Benevento, sono state assegnate in ruolo attingendo alle graduatorie del concorso del 2022, scavalcando i docenti rimasti dal concorso straordinario del 2019.

Questo ha colpito anche un caro collega, che da anni attendeva pazientemente la stabilizzazione e che aveva maturato un servizio scolastico importante. A rendere tutto più paradossale, i docenti immessi in ruolo non avevano mai svolto un giorno di supplenza nella scuola pubblica.

Non ho nulla contro di loro: ciascuno ha diritto a far valere le proprie opportunità. Ma mi chiedo: chi tutela noi, precari storici, che per anni abbiamo servito con professionalità e dedizione?
Dal settembre 2025, io e molti colleghi siamo rimasti senza occupazione. È un’ingiustizia evidente: lo Stato ha fatto affidamento su di noi quando c’era penuria di insegnanti, inviandoci in plessi lontani e difficili, e ora ci abbandona come se nulla fosse.

Ciò significa non solo cancellare dieci anni di lavoro, ma anche tradire la continuità didattica e, soprattutto, il diritto degli alunni ad avere docenti preparati e motivati.In altri Paesi civili, lo Stato valorizza e stabilizza chi ha accumulato esperienza e professionalità.

Qui, invece, si cancella tutto con un colpo di spugna, come se non contasse nulla.Dopo quasi dieci anni, mi ritrovo al punto di partenza. Con 63 anni sulle spalle, mi avvicino non a una pensione dignitosa, ma a una disoccupazione che sa di beffa.

Repubblica Italiana, non cancellare con leggerezza la storia e la professionalità di chi ha servito con dedizione la scuola pubblica. Trasforma invece questa vicenda in un’occasione di giustizia: riconosci il valore dell’esperienza maturata, restituisci continuità agli studenti e dignità ai docenti che hanno dato anni della loro vita a questo compito.Solo così potrai dimostrare che il tuo obiettivo non è disfarti delle tue risorse migliori, ma custodirle e valorizzarle per il bene comune.

Prof. Massimo Palumbo, violinista.