Libri su Cervinara, Marchese: Esterrefatto dalle polemiche
Non era, assolutamente, mia intenzione innescare una polemica con la delegata (assessore?) alla cultura avvocato Raffaella Cioffi. Mi spiace che la delegata abbia interpretato la mia precisazione, sull’esistenza di altre pubblicazioni sulla storia cittadina, come una polemica. L’ho detto nella nota e lo ribadisco: “Solo per informazione dei nostri concittadini, e senza l’intenzione di fomentare polemiche, è il caso di ricordare che su Cervinara sono stati pubblicati, dal 1800 ad oggi, i seguenti saggi:…” Rimango esterrefatto dalla sua risposta offensiva per tutti quelli che, fino ad oggi, hanno scritto. Il mio era solo un appunto sul riconoscimento a varie persone che, negli anni, hanno lavorato e lavorano per la ricerca di una storia cervinarese. La delegata, evidentemente, non ritiene che queste persone debbano essere premiate con un suo riconoscimento ed un suo grazie.
Lei scrive:“… un amministratore deve puntare a coinvolgere i cittadini e sensibilizzarli alla lettura e alla cultura. …”
R.: Bene, brava e, quindi, essendo la delegata alla Cultura, deve anche sollecitare i cittadini a leggere altre pubblicazioni.
La delegata: “E’ ovvio che ci sono stati altri libri, ma in quanti li hanno letti?”
R.: Con quali elementi asserisce che nessuno li ha letti? E, poi, perché dovrebbe essere letto proprio questo? E’ sicura, la delegata, che questo libro sia meglio e non sia una copia degli altri 25 e, quindi, inutile? Chi scrive un libro non lo fa con la prerogativa di non farlo leggere, anzi. L’autore scrive ma senza dire chi lo deve leggere. Sarà il lettore a scegliere. Chi non lo legge, però, non può dire che non è un libro “buono”.
La delegata: “L’evento di domenica serve a parlare di Cervinara del suo racconto e della sua storia e chissà se domenica sera a qualcuno verrà voglia di leggere un buon libro sulla storia del nostro paese.” R.: Come fa la delegata a dire che questo è un “buon” libro e gli altri no? Per fare un confronto presumo che li abbia letti tutti.
La delegata: “Deve finire il concetto che vede la cultura solo per pochi.”
R.: E’ un concetto che mi trova concorde; infatti lo storico ricerca e scrive gratuitamente per gli altri, non per se stesso. Il politico, però, dovrebbe premiare tutti quelli che, per amore della cultura, ricercano e scrivono per la comunità.
La delegata: “Non voglio più quei salotti per la presentazione dei libri destinati sempre alle solite venti persone che credono di essere gli unici depositari della cultura a Cervinara.”
R.: Capisco precisamente a quali “salottieri” si riferisce e ringrazio, con riconoscenza, queste 20 persone che, nel loro salotto, gratuitamente fanno Cultura. Se alla presentazione di libri, in questi salotti, non partecipano più di 20 persone non è certo colpa di chi organizza ma, forse, di quelli che non partecipano, come la delegata alla cultura. Ora il “salotto”, obiettivo dell’avvocato, non potrà più presentare libri perché lei NON VUOLE PIU’.
La delegata: “La cultura non deve essere una gara tra saccenti, ma deve avere lo scopo di arricchire il popolo.
R.: Conoscere e scrivere di storia, presentare delle pubblicazioni in un “salotto”, gestire una biblioteca, per la delegata è saccenza. Criticare pubblicazioni che non si conoscono è “non” cultura, dico io. Ed il popolo non credo impari dall’ignoranza.
Angelo Marchese