Lo sguardo del maestro Biancardi su Ioffredo di Cervinara
Lo sguardo del maestro Biancardi su Ioffredo di Cervinara. Peppe Biancardi non si rassegna. Continua con perseveranza la sua ricerca che lo porta ad effettuare un viaggio nello spazio e nel tempo. Una ricerca che scava nelle pietre di borghi, dove soffia solo il vento della nostalgia.
Biancardi ascolta il vento
Biancardi sa ascoltare quel vento, lo fa entrare nel suo cuore e riesce a raccogliere le tracce di un passato che, senza di lui, rischia di cadere, definitivamente, nell’oblio. Quelle voci che arrivano da un tempo remoto, quelle storie tramandate da padre in figlio , quelle facce scolpite nella pietra da mani rugose diventano nell’interpretazione di questo talentuoso ricercatore forma di ispirazione.
Dopo Valle, suo borgo natio, l’opera di Peppe Biancardi resta a Cervinara e si trasferisce a Ioffredo, la zona distrutta dalla frana del dicembre del 1999. Oggi, dopo 22 anni, una bella e spaziosa piazza restituisce vivibilità a quella frazione che con Castello rappresentano proprio il punto di origine di Cervinara.
Le domande a cui dare risposte
Biancardi frequentando quei luoghi, guardandoli da ogni prospettiva possibile, aveva delle domande che gli ronzavano in testa. Cosa potranno mai sapere le giovani generazioni di com’era Ioffredo prima di questa piazza e prima dell’alluvione? Quando si spegneranno definitivamente le voci delle persone anziane, chi potrà raccontare ancora le mille e mille storie di questo luogo?
Quando un artista si pone una domanda, trova proprio nella sua arte la risposta. Così dopo mesi e mesi di duro lavoro, di raccolta di materiale. Dopo aver ascoltato racconti ed aneddoti, Peppe Biancardi ha creato un’istallazione che diventerà permanente.
Si tratta di venti gigantografie, ma chiamarle solo fotografie davvero sminuisce il lavoro e l’estro dell’ideatore. Venti storie che diventano una sola storia, una storia che grida per essere ascoltata. L’installazione che prende il nome di Storie di Ioffredo e ha come sottotitolo, Dalla distruzione alla Rinascita,
Il cuore e l’emozione
Biancardi regala momenti di vita passata a chi oggi vive e sembra non accorgersi di farlo. Peppe libera anche il cuore all’emozione perché ci sono anche i tragici momenti dell’alluvione . E tornano a riemergere la paura, l’angoscia, i morti e quelle ferite di cui resteranno per sempre le cicatrici.
Per penetrare in quella storia, Peppe ha chiesto alla comunità di Ioffredo di adottarlo. Voleva e doveva sentire dalle voci della gente del posto quei racconti di vita tanto importanti per arricchire il suo lavoro. E, come un novello Dante che si incammina in un lungo viaggio, ha trovato anche il suo Virgilio in Massimo Zullo.
Lo sguardo del maestro Biancardi su Ioffredo di Cervinara
Massimo vive e lavora, da tempo, lontano da Cervinara. Ma a Ioffredo ha lasciato il suo cuore. Ha raccolto tante storie che è stato felice di trasmettere a chi si vuole prendere cura della sua terra e della memoria del suo borgo.
Tante le persone che hanno accolto Peppe Biancardi in questo suo viaggio. Un ringraziamento particolare non può non rivolgerlo a due fotografi del posto, Peppe Napolitano e Alfonso Raviele che gli hanno messo a disposizione i loro archivi.
In questi giorni di gran caldo, Peppe sta lavorando intensamente. Tutto dovrà essere pronto per sabato 14 agosto alle ore 21, quando si potranno ammirare questa gigantografie proprio a Ioffredo, dove l’artista le lascerà per sempre. Peppe Biancardi sa che quando gli occhi si poseranno su quelle immagini torneranno a vivere le tante storie e così Ioffredo non morirà mai.