Maniaci dei funghi: ecco come riconoscerli
Capita spesso che i figli dei “maniaci” dei funghi abbiano, rispetto a tale hobby, una reazione contrastante: o ereditano la passione, seguendo le orme dei propri cari per impervi sentieri, oppure detestano in maniera repulsiva tutto ciò che concerne la ricerca e la raccolta delle pregiate muffe. Per me, – con somma delusione dei miei “vecchi”- è buona la seconda…
Vero è che il mio primo porcino l’ho raccolto all’età di cinque anni, tra le esclamazioni stupefatte dei “selvatici” genitori; altrettanto vero è che non poteva essere altrimenti, giacchè i predetti, sin da piccolissime, costringevano me e le mie sorelle a “respirare aria buona” sui locali monti, alla ricerca di ovuli e “capineri”. Ebbene, oggi soffro l’altitudine, vado in montagna solo per dormire, e la verità- tutta la verità- possono raccontare sui caudini- cercatori- ossessivi di funghi, sfatando il mito per cui chi vive in così stretto contatto con la natura diventa “migliore”…No. I “raccogli-funghi –dipendenti”:
- Sono presuntuosi: va per la maggiore la teoria per cui i funghi buoni si trovano solo in Valle Caudina, (si sa che i nostri castagni sono i migliori!!!)…Ma l’ossessione è più forte della qualità, giacchè, ove mai la terra natia sia avida di muffe, i nostri non disdegnano trasferte defatiganti in quel di Sant’Ilario (o, addirittura, acquisti incauti dagli ambulanti – spacciatori di funghi croati…);
- Sono bugiardi: mentono spudoratamente sui luoghi precisi in cui hanno fatto buon raccolto, depistando abilmente gli antagonisti, affinchè il podio immaginario, spettante al miglior “fungiaiolo”, non debba essere condiviso con ambiziosi pionieri.
- Sono “gelosissimi”: si incontrano faccia a faccia tra selve e castagni, ed a colui che chiede: “Ne hai trovati?”, l’altro risponde: “Ma che! Non c’è niente!”, nascondendo dietro la schiena il paniere di vimini traboccante…
- Sono massimamente competitivi: al vanto di uno, che racconta agli amici di aver raccolto un fungo di un chilo, fa sempre eco il competitor, che, ovviamente, ne ha trovato uno più grande…
- Sono “schizzatissimi” e temerari: in nessun altro modo può essere definito colui che, di domenica, si alza alle quattro a.m. per raggiungere quelle “gesina che sa lui” prima dei concorrenti, per poi tornare a casa per un fugace pasto, prima di concedersi l’altra sortita pomeridiana, alla ricerca spasmodica di scorte per Natale…Ovviamente, i più che probabili incontri ravvicinati con cinghiali & company non sono validi deterrenti, per distoglierli dalle decantate imprese silvestri…
- Sono “puerili”: non ho mai capito come sia possibile che codesti “cercatori abituali”, che, in vita loro, avranno raccolto milioni di funghi, possano continuare ad avere quell’espressione di infantile stupore e di somma meraviglia, ogni volta che si abbassano per raccogliere un “gioiellino” (che poi, spesso, è anche mangiucchiato-sfatto-molle-brutto!!!).
- Sono “tirchi”; per carità, nella vita quotidiana, magari, sono persone generosissime, ma giammai fanno dono volentieri di cotanta preziosa escrescenza di terra; sarebbero più lieti, se dovessero staccare un assegno…
- Sono “orgogliosi”: per converso, vale la regola “giammai regalare un fungo ad un cercatore”; sarebbe un’offesa mortale.
- Sono “monotematici”: anche quando, normalmente, sono interlocutori più che validi, se la “caccia” è aperta, riescono a conversare solo ed esclusivamente di funghi…
- Sono “massoni”: convintissimi di appartenere ad una ristretta cerchia di eletti, son prontissimi ad espellere dalla “famiglia” ed ad emarginare l’adepto che, anche solo una volta, abbia osato condurre un amico-parente forestiero sui loro monti, a “rubare” i “loro” funghi…
State pensando male della scrivente? Mi trovate troppo severa ed acida? E sarà che son cresciuta in mezzo ai fungiaioli…O, forse, sarà che, nella vita, ne ho mangiati davvero tanti…
Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it