Moiano: tutelare la memoria di tutti
Riceviamo e pubblichiamo
Al sindaco di Moiano, Giacomo Buonanno
Moiano come ben sappiamo è un paese che tende ad esprimere cultura ma purtroppo è totalmente incapace di valorizzarla ma sopratutto di esteriorizzarla in quanto in più di occasione è mancata la volontà propria a tale scopo. Forse è per questo motivo che non tutti a Moiano sanno che oggi 10 febbraio, è il giorno in cui si commemora una delle più grandi barbarie della nostra storia italiana recente, ossia l’eccidio delle foibe. In tale eccidio più di 11mila nostri connazionali furono gettati vivi in cavità carsiche, dove furono lasciati morire lentamente di stenti e più di 200mila furono costretti a lasciare le loro terre in Istria, Dalmazia e Fiume. Una tragedia per l’intera Patria che ogni 10 febbraio viene commemorata in Italia, anche se purtroppo da non tutte le pubbliche amministrazioni, per scialbi veti politici. A lei caro sindaco, che un anno fa promise di unire Moiano e Luzzano in una comunità unica, non pensa che queste due comunità possano unirsi anche e sopratutto nel ricordo di questa tragedia? Magari senza i veti di un PD moianese e luzzanese che ancora puzza di vecchio PCI e che ricopre un ruolo importante nell’attuale amministrazione? E perché non dedicare una piazza ai martiri delle foibe, con tanto di commemorazione annuale in essa della tragedia? E perché non ribattezzare, riqualificandola culturalmente, la principale piazza di Luzzano dall’obsoleto nome di “Piazza San Nicola”, in “Piazza martiri delle foibe”? Per i nostri giovani sarebbe una bellissima esperienza culturale poter ricordare affinché il ricordo non svanisca, quei martiri uccisi dalla barbaria comunista e che per tanti anni è stata taciuta e farlo proprio nella “rossa” Luzzano, feudo del PD, sarebbe una grande prova di moralità da parte dell’attuale amministrazione, segno del superamento di quelle barriere politiche che per tanti anni hanno fatto si che tale tragedia venisse nascosta. Ci pensi signor sindaco, perché a Moiano e Luzzano non può essere negata la cultura del ricordo e della memoria. Ci pensi.
Antonio Barbieri