Montesarchio: al Fermi una settimana alternativa

Il Caudino
Montesarchio: al Fermi una settimana alternativa

Non sempre l’autogestione di un istituto scolastico significa “perdita di tempo”. Ne è l’esempio di quanto successo all’Istituto Fermi di Montesarchio. Pubblichiamo integralmente l’articolo comparso sul sito della scuola affinchè tutti possano capire come si possa fare lezione anche in maniera “alternativa”.

Una doverosa premessa è che la settimana “alternativa”, che si è svolta dal 15/12/2014 al 20/12/2014 presso l’Istituto “E. Fermi” di Montesarchio (BN), non è stata un banale escamotage per evitare qualche ora di lezione. Essa, piuttosto, è stata accuratamente pensata e programmata perché impartisse un insegnamento profondo ed utile agli studenti.
Non si è voluto lasciare nulla al caso. Tutto è stato minuziosamente programmato: dalla visione del film “Il giovane favoloso”, alla visita alla mostra “Macchine di Leonardo a Napoli; dalla visita al sito archeologico di Capua, a quella al Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino con la mostra “Rosso Immaginario”.
Dal primo giorno intere ore sono state dedicate alla pulizia degli ambienti esterni all’edificio scolastico. Il messaggio rivolto ai giovani sottintende la necessità di rispettare l’ambiente, tutelarlo e salvaguardarlo con cura e dedizione. Gli studenti si sono impegnati, sotto lo sguardo vigile e il contributo concreto dei docenti e del Dirigente Scolastico, a ripulire il cortile, armati di guanti, buste e buona volontà, ma soprattutto hanno mostrato di aver capito l’importanza di tenere pulita la propria scuola, che per tante ore li accoglie come una vera e propria famiglia. E’ il caso di sottolineare che le energie spese erano ricompensate dalle  prelibatezze dolciarie degli alunni del linguistico.
Il giorno 18 ha visto un evento di grande importanza: l’incontro con il prof. Conte. A cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, il professore ha tenuto ad evidenziare quanto il clima di scontri ed odi tra le maggiori potenze mondiali non sia affatto tramontato ma solo mitigato. Prima di tutto egli ha brillantemente dimostrato l’inutilità di un qualsivoglia conflitto:  in nessuna guerra si può uscire vincitori; chiunque vi partecipi mette a rischio la vita di milioni di innocenti e, per questo, la grande guerra ha rappresentato una grande sconfitta per l’intera popolazione mondiale. Dopo un secolo da quel disastroso evento, passando per la seconda guerra mondiale, l’uomo non ha imparato l’inutilità di ricorrere alla violenza per affermare il proprio dominio sugli altri. Ecco che, oggi più che mai, la minaccia di estremisti islamici incombe sulle nostre teste, senza risparmiare alcun paese. Il prof. Conte si è chiesto, in quest’ottica, quanto utopistica possa essere la visione kantiana di un governo mondiale, nel quale un ordine superiore possa prevalere sugli interessi egoistici di ogni singolo Stato, per garantire la pace a tutti. Può tale ambizioso progetto essere ridotto a una mera utopia? Su questo quesito il professore ha interrogato gli studenti, stimolando una vivace e sentita discussione.
La volontà di sensibilizzare i giovani non poteva non passare attraverso la discussione di uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi decenni: l’uso di sostanze stupefacenti. A questo scopo si è tenuto un incontro con il capitano Erminio De Nisco e altri carabinieri di Montesarchio che, attraverso la loro personale e concreta esperienza a contatto con tossicodipendenti che commettono altri reati, hanno mostrato i rischi nei quali facilmente incorre chi cade, anche inconsapevolmente, in questa trappola mortale.
Tra gli altri eventi di questa speciale settimana, merita particolare menzione una nobile e insolita iniziativa: la donazione del sangue. Cosa può significare donare agli altri ciò che alimenta e sostiene il proprio corpo? Quanto questa esperienza può rappresentare un modo per sentirsi cittadini migliori e solidali con i sofferenti? Queste sono state le domande che si sono posti gli studenti, cercando il più possibile di assimilare il concetto stesso di “donazione”. Molti di loro, maggiorenni, di propria iniziativa, hanno deciso di contribuire, cercando poi di descrivere agli altri quanto effettivamente si nasconda dietro un gesto così piccolo, ma che cela un importantissimo significato. L’atto stesso di “dare “agli altri significa, prima di tutto, regalare qualcosa a se stessi, contribuire a sentirsi quella goccia nell’oceano, che può fare davvero la differenza. Questo è il pensiero che la gran parte degli studenti ha manifestato subito dopo aver donato il sangue.
Quest’anno la donazione del sangue ha visto protagonista anche il Dirigente Scolastico, prof. Giulio De Cunto, il quale raggiunge un traguardo significativo: egli “festeggia” con l’Istituto “Fermi” la sua cinquantesima donazione e si offre testimone di un gesto semplice ma di elevata sensibilità ed impegno concreto. Riflettere su argomenti di questo tipo è  davvero stimolante per gli alunni dell’Istituto, i quali si sono detti profondamente entusiasti di questo particolare evento.
Gli spunti di riflessione ci sono stati; ai ragazzi, ora, la possibilità di trarne il giusto input per crescere e diventare gli uomini di un futuro migliore.