Montesarchio: Campo Hobbit, la destra si interroga sul suo futuro

Redazione
Montesarchio: Campo Hobbit, la destra si interroga sul suo futuro

Si terrà nel centro caudino, dal 23 al 25 giugno prossimo una manifestazione di musica, dibattiti, mostra fotografica, ricordi e analisi denominata Campo Hobbit.
L’incontro, che avrà come location il campo sportivo comunale, è stato organizzato dall’Associazione Generoso Simeone, per i quarant’anni dal primo Campo Hobbit che si tenne nel 1977 proprio a Montesarchio.
Sulla manifestazione ospitiamo una riflessione di Goffredo Covino.

Imma Paolo

“Questo raduno nasce sulla scorta di una fondamentale riflessione su cosa sia rimasto nell’area della destra italiana. Troppe le frammentazioni, troppi i veti incrociati, troppe le delusioni che hanno caratterizzato il percorso di questa parte politica che pure aveva conquistato, grazie all’operazione- Alleanza Nazionale, il governo del Paese.
Il Campo Hobbit del 1977, probabilmente nato per gemmazione rispetto al precedente rassemblement della sinistra in Parco Lambro, fungeva da spartiacque tra la Destra legata alla radice neofascista e quella proiettata verso il futuro, così come ipotizzava Pino Rauti. Una specie di stop and go, dunque, sul campetto spelacchiato di Montesarchio che Generoso Simeone, anima dell’evento, riuscì a portare all’attenzione nazionale.
Da allora, 40 anni. Ecco, dunque, la necessità di interrogarsi, cui la destra del 2017 ( o quello che le assomiglia…) non intende sottrarsi ponendo, anzi, la domanda finale nell’incontro finale di domenica 25 giugno: “Che fare?”. La tre giorni dovrà chiarire se c’è ancora qualche accenno di brace sotto la cenere dell’implosione dell’area o se davvero va ritenuto concluso un ciclo. Il pensiero di Destra non deve certamente essere contingentato ed è appunto sulla sua ineluttabilità che Alemanno, Viespoli, Tilgher, Taglialatela, Isabella Rauti, Merlino, Jack Marchal (ideologo di Ordrenouveau e Front National) ed altri dovranno provare ad indicare un percorso. Interessante la presenza, non fisica, di Mario Tuti che esprimerà il suo pensiero, visto dal carcere in cui si trovava rinchiuso, sul Campo Hobbit I, cui seguirono quello di Fonte Romana nel 1978 e quello di Castelcamponeschi nel 1980. Altre presenze di spicco, tra le altre, quelle di Walter Jeder, voce storica di Radio University di Milano, di Francesco Mancinelli,  forte riferimento della musica alternativa, e di Emiddio Novi, noto giornalista e scrittore. Alcune tavole rotonde saranno moderate da Ugo Tassinari.”