Montesarchio, Carello a Percorsi Caudini

Il Caudino
Montesarchio, Carello a Percorsi Caudini

Sono le 20.24 del 13 marzo 2013 quando Bergoglio si affaccia per la prima volta dalla loggia della Basilica di San Pietro dopo la sua elezione a papa. “Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”. Esordisce così il gesuita argentino vestito di bianco che conquista subito il mondo con le sue parole semplici e i suoi gesti impacciati, augurando a tutti buonasera. Ad un anno esatto da quello storico evento la città ha voluto celebrare e ricordare la figura del pontefice nel corso di un nuovo appuntamento di “Percorsi Caudini”, la rassegna letteraria ideata dai giornalisti Pellegrino Giornale e Peppino Vaccariello e promossa dall’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Franco Damiano. Ospite della serata di ieri il giornalista Rai Rosario Carello, a lungo conduttore della nota trasmissione religiosa “A sua immagine”, che ha dato alle stampe per le edizioni San Paolo il libro “I racconti di Papa Francesco. Una biografia in 80 parole”. Un vero caso letterario considerato che il volume è da settimane in vetta alla classifica dei libri religiosi più venduti e si appresta a varcare i confini nazionali con traduzioni in inglese, francese e spagnolo. Per l’appuntamento cittadino, Rosario Carello, accolto dal consigliere comunale delegato alla Cultura Alfonsina Dello Iacovo, ha accettato di confrontarsi con una voce laica, ma comunque molto attenta a quanto avviene nel mondo cattolico. L’intervento di apertura della serata è stato infatti della prof.ssa Maria Felicia Crisci, a lungo preside del Liceo Classico Giannone di Benevento, stimatissima operatrice culturale della Valle Caudina e, per una breve ma intensa parentesi, volenterosa assessore della Provincia di Benevento proprio sul fronte delle politiche culturali e turistiche. Folta la platea che ha partecipato all’incontro. Presenti numerosi amministratori: il vicesindaco Lello Di Somma, l’assessore Antonio De Mizio, il presidente del Consiglio Comunale Geppina Crisci ed il consigliere comunale Angela Papa. Il mondo cattolico testimoniato dal parroco della Santissima Trinità don Ivan Bosco e dal parroco emerito dell’Annunziata mons. Domenico Votino. In sala anche una rappresentanza di docenti ed alunni del Liceo Scientifico Enrico Fermi che stanno seguendo tutti gli incontri della rassegna letteraria. Infine registriamo la partecipazione anche del magistrato Antonio Clemente di origini caudine ma attualmente impegnato professionalmente a Roma. A dare avvio alla serata è stato il consigliere Dello Iacovo che ha sottolineato l’importanza della rassegna “Percorsi caudini” che, prima con padre Patriciello, poi con l’imprenditore Bruscino ed ora con il giornalista Carello, sta interrogando le coscienze sul proprio impegno civile e morale per migliorare la qualità della vita dell’uomo. Da questo punto di vista, ha evidenziato ancora l’amministratrice e preside, papa Francesco è un esempio di coerenza e di impegno nel campo religioso ma anche civile. Molto intenso è stato poi l’intervento della Crisci che ha parlato della dirompente figura di papa Francesco, partendo dal contesto in cui è nata la sua elezione al soglio petrino. La preside ha ricordato gli scandali che erano emersi nel corso del pontificato di Benedetto XVI e culminati nelle sue clamorose e storiche dimissioni. Un gesto senza precedenti che ha segnato sicuramente uno spartiacque e che però ha indotto la Chiesa cattolica ad una grande operazione di rinnovamento e di verità che il Conclave ha compiuto in soli cinque giorni con la scelta di Bergoglio, il papa della fine del mondo, il papa dei poveri. Numerosi gli episodi di papa Francesco che la Crisci ha citato per dare il senso di un cambio di marcia che ha sorpreso tutti, fedeli e laici, ad iniziare dal nome stesso scelto da Bergoglio che ha voluto chiamarsi come il Poverello di Assisi. E poi la visita a Lampedusa dopo la strage dei migranti dove il papa ha parlato della globalizzazione dell’indifferenza ma anche il dialogo con i non credenti attraverso lo scambio epistolare con Eugenio Scalfari ed ancora l’incontro con il clero di Roma a cui ha ricordato che oggi è il tempo della misericordia. Infine, l’attenzione all’uomo, a ciascun uomo, venuta fuori ad esempio durante il suo viaggio di ritorno dal Brasile dove aveva partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù. Rispondendo ad una domanda sugli omosessuali, il papa aveva detto: “Chi sono io per giudicare?”, spiazzando così tutti coloro che si aspettavano un cambio di dottrina. Nessuna novità nella morale ma massima apertura all’uomo che va sempre accolto. Eppure papa Francesco non è superman, non è una star ha ammonito Carello prendendo la parola. Parlando del Conclave, il giornalista ha evidenziato che nella Chiesa era in atto uno scontro tra il bene e il male. Una crisi che era iniziata nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II e poi scoppiata nelle mani di Benedetto XVI. Per fortuna i cardinali, guidati dallo Spirito Santo, hanno scelto Bergoglio che nelle congregazioni generali aveva colpito tutti per il suo stile semplice, attento ai poveri e alle periferie geografiche ed esistenziali. Un profilo di papa coerente con quanto aveva fatto in Argentina prima come parroco e poi come vescovo, seguendo l’insegnamento di Sant’Ignazio. Carello ha ripercorso le varie tappe del primo anno dell’attuale pontefice ma non ha mai parlato di rivoluzione perché presto finirà la “francescomania” e bisognerà capire se si riuscirà a chiudere tutti i cantieri aperti dal papa. Certamente, ha detto l’autore, papa Francesco chiama tutti alla coerenza e alla testimonianza di vita. Nessuno può sentirsi escluso dall’impegno che Bergoglio sta profondendo per il cambiamento della Chiesa. Ognuno è chiamato ad operare in prima persona in parrocchia, nelle associazioni e nella società. Il papa da solo non può farcela. Ha bisogno di ciascuno di noi che con gesti semplici possiamo fare tanto per una nuova stagione di attenzione all’uomo, ai poveri e di grande apertura a Dio che è il centro della vita del papa il quale ha confessato candidamente di sentirsi contento di essere prete in una intervista al Corriere della Sera. (La foto è di Angelo Marchese)