Montesarchio e la festa di San Trifone
Montesarchio. Un fiume di gente, autorità civili, militari e religiose ieri ad Adelfia in provincia di Bari per la festa del santo patrono.
Il culto di san Trifone ebbe origine nel 1656 a seguito di una epidemia di colera da cui il paese restò immune. Ogni anno dalla notte del primo novembre fino a quella dell’8 il sonno degli abitanti è allietato dalle dolci note prodotte dalla “Bassa musica”di Adelfia conosciuta come “U Tammure” (il tamburo) e dalla intramontabile marcia “du ciucce” (marcia dell’asino).
Non basterebbero fiumi di inchiostro per narrare di questa festa che è più unica che rara, sa di misticismo, devozione, di musica e addirittura di architettura, se ti soffermi ad osservare le luminarie che rasentano il cielo, e di fisica per il lancio di bombe di diverse decine di kg. Un ritmo di incontri e di tanto ancora, massiccia la partecipazione dei cittadini di Montesarchio e dell’intera Valle Caudina che da anni si recano in questo luogo con puntualità il 10 e l’11 novembre. Lo spettacolo inizia sin dalle prime ore del mattino, è un continuo rimbombare di botti, la terra trema ed il cielo si illumina a giorno, mentre una pioggia di coriandoli colorati scende giù a valle. I colori dei fuochi sono così intensi che sono visibili anche alla luce del sole e lo sparo di essi aumenta il suo ritmo fino a dare allo spettatore la sensazione di trovarsi in un paradiso troneggiante cosparso di stelle dirompenti.
Si mescola il sacro ed il profano, dando vita ad una festa che unisce gente da ogni parte di Italia. Tavole imbandite, agnello alla brace, salumi e buon vino gli ingredienti della festa popolare e devoti e buongustai, giunti da ogni dove, si danno appuntamento al prossimo anno.
Brigida Abate