Montesarchio: Husman, il bar Lama, gli altari e una piccola storia di solidarietà
Montessrchio. Husman ha 23 anni arriva dal Mali.
È sfuggito alla morte: per farlo ha dovuto traversare il Mediterraneo alla mercé di uomini senza scrupoli, di mercanti di carne umana, di gente che sfrutta la sofferenza in nome del Dio denaro.
Come tanti suoi fratelli non sa ancora cosa sarà di lui, dove vivrà e come lo farà.
Al momento,si trova in un centro di accoglienza a Montesarchio, in via Vitulanese.
Lui ed i suoi compagni di sventura, oltre al centro, hanno come punto di riferimento il Bar Lama.
In quel locale, fianco a fianco con gli avventori italiani, si ritrovano e trascorrono qualche ora spensierata riuscendo anche a dimenticare l’orrore del passato, la precarietà del presente e l’incertezza del futuro.
Il bar si trova di fronte alle scuole e nessuno, genitori, docenti e alunni ha paura di loro.
Arturo Lama, il proprietario del bar, ci ha detto che sono bravi ragazzi molto timidi come può essere timido ed impaurito chi arriva da una terra straniera. Amano il calcio e Arturo sta organizzando per loro delle serate per guardare insieme gli Europei.
Proprio in questi giorni, gli amici italiani del locale stanno allestendo un altare per la festa di domani.
Husman è musulmano ma ha trovato naturale dare una mano a quella gente che lo ha accolto con un sorriso e con battute che, all’inizio, lui neanche capiva.
Si sta occupando della pulizia dei giardini delle scuole al cui interno sta nascendo l’altare di via Vitulanese.
Il 23enne non lo sa ancora ma sia le scuole che gli amici del bar Lama premieranno la sua generosità con una piccola cifra.
È una piccola storia, un piccolo esempio da seguire per favorire l’integrazione.
Husman ha la pelle nera, ma un’anima candida. Chi sa quanti di noi Caudini abbiamo la pelle bianca ma l’anima nera.
Peppino Vaccariello