Montesarchio: I Giulietta e Romeo della Valle Caudina
In vita, il loro amore fu osteggiato e perseguitato. Abbracci negati dagli sbirri piemontesi e per loro ci furono solo pochi incontri, incontri furtivi, notturni. E, per un solo bacio si poteva rischiare anche la vita. Lei per non tradirlo fece di tutto. Accettò il domicilio coatto all’Isola del Giglio per un anno intero ed un lungo periodo di detenzione presso il carcere di Benevento. Proprio mentre lei era in galera, lui fu ucciso da colpo di pistola. Era il 1866 e da allora, Caterina Riccio e Francesco Izzo furono separati. Ma, dopo quasi 160 anni, i loro resti sono tornati insieme, grazie alla iniziativa del maresciallo Barbato e, per ricordare quella grande storia di amore, è stata apposta una lapide nel cimitero cittadino per ricordare quelli che vengono definiti i Giulietta e Romeo della Valle Caudina.
Quella storia è stata riportata alla luce dal libro di Angelo Nicola Tinessa che si intola appunto Francesco e Caterina. Lui da sergente dell’esercito borbonico non aveva voluto arrendersi e non era passato con i piemontesi. Per sei anni, li combatté in tutti i modi, diventando un noto brigante, come furono definite quelle persone dai vincitori. Sino a quando, qualcuno lo tradì e fu ucciso a tradimento.
In tutti gli anni della sua latitanza non aveva dimenticato Caterina e lei affrontò qualsiasi costrizione per lui. Ora sono insieme perché amor omnia vincit.
Pe. Va.