Montesarchio: la solitudine di don Silvio

Redazione
Montesarchio: la solitudine di don Silvio

Montesarchio – Il parroco della Chiesa dell’Annunziata don Silvio Pepiciello ha comunicato al Vescovo la rinuncia all’ufficio parrocchiale, che per il momento resta sospesa perché, per essere valida per il diritto canonico, deve essere accettata dall’Ordinario diocesano.

Il motivo del gran rifiuto

Non si conosce il motivo che ha indotto al “gran rifiuto” il parroco, che ha dovuto riferirne, però, in via riservata al Vescovo, fornendo tutti gli elementi utili a provare sussistente la “giusta causa”, alla quale il diritto canonico subordina l’accettazione dell’atto di rinuncia.
Nessuno, tra i parrocchiani, fedeli ed amministratori della città è disposto a credere che la rinuncia sia nata da un colpo di testa o da una frivola contrarietà che possa aver turbato il parroco. Per contro, sono tutti convinti che alla base della decisione – di cui molti scommettono che non si trovino precedenti negli annali della Diocesi – deve esserci sicuramente un motivo molto serio e grave, anzitutto perché l’Ufficio dell’Annunziata è uno dei più prestigiosi della Diocesi, molto ambito e non può essere rinunciato a cuor leggero.

Prova di equilibrio e buon senso

E poi perché don Silvio, nei dieci anni di governo della parrocchia, ha dato prova di equilibrio e buon senso che non può aver smarrito all’improvviso, per capriccio o frivola contrarietà. E non esitano a individuare la causa della rinuncia nel vile attentato che don Silvio subì a maggio scorso con l’incendio della sua auto, parcheggiata davanti alla Chiesa dell’Annunziata.
A don Silvio arrivarono allora un coro di condanna dell’attentato e numerosi attestati di solidarietà, che però non sono serviti ad assicurare alla giustizia i responsabili dell’incendio.

La solitudine

Così, spenta l’eco dell’emozione, il parroco si è ritrovato solo, forse senza neppure il conforto del Vescovo, di fronte a un atto di violenza consumato contro la Chiesa che è stato costretto a fronteggiare in piena ed avvilente solitudine.