Montesarchio, omicidio Parente, Spitaletta: “Non sono stato io!”
Nessun coinvolgimento con la rapina avvenuta lo scorso 10 aprile a Montesarchio. Una rapina, a seguito della quale Giovannandrea Parente, dopo 15 giorni, il 25 di aprile, è deceduto presso l’ospedale Rummo di Benevento.
Paolo Spitaletta, 49enne di Tocco Caudio, è stato interrogato, per rogatoria, dal gip del Tribunale di Napoli, presso il carcere di Secondigliano, dove si trova detenuto da martedì scorso. L’uomo è accusato di rapina aggravata, omicidio preterintenzionale e porto di pistola in luogo pubblico. Il 49enne, assistito dall’avvocato Vincenza Falco, ha respinto ogni addebbito.
Nei prossimi giorni, la legale presenterà istanza di scarcerazione presso il Tribunale del Riesame. Intanto, si attendono i risultati dell’esame del dna sul corpo carbonizzato, trovato la mattina del 4 maggio, lungo i tornanti del monte Taburno. Il cadavere si trovava all’interno di una fiat Punto, intestata alla madre di Valentino Improta, il 26enne di Montesarchio, che era stato l’unico a ricevere un avvisto di garanzia per la morte dell’83enne. La Procura della Repubblica di Benevento ritiene altamente probabile che quel corpo carbonizzato possa essere proprio di Improta.