Montesarchio, sfida senza storia: Damiano stravince
All’inizio furono i social: nei vari gruppi dedicati a Montesarchio, la Giunta Damiano era continuamente massacrata per la propria azione amministrativa.
Successivamente, però, iniziarono i problemi: declinare dalle tastiere alla realtà è una cosa un po’ complicata. Ecco che cominciarono le divisioni, le defezioni e l’opposizione a Montesarchio non si presentò unita alle amministrative ma solo con una lista di “bandiera” guidata da Marcella Sorrentino. La quale, sempre secondo i leoncini da tastiera, con il suo protagonismo avrebbe affossato una compagine unitaria del centro destra. Sarà cosi? Di solito gli assenti hanno sempre torto.
All’indomani del 4 marzo, invece, il vento di rinnovamento nelle urne è spirato forte anche a Montesarchio dove i Cinque Stelle hanno portato a casa quasi il 48 per cento dei voti. Certo, diranno quelli bravi: le politiche sono diverse dalle amministrative. E visti i risultati è proprio così: perchè quel consenso teorico si è ridotto al 20,9 per cento. Ma si sa: la furia iconoclasta poi deve essere supportata dal voto popolare. Le due liste di opposizione ottengono meno della metà dei voti che ha collezionato la lista di Damiano che ottiene il 61,41 per cento. Il sindaco uscente è riuscito a vincere senza strappi, senza puntare ad una campagna elettorale da apocalisse.
Ha davanti a sé cinque anni di lavoro, una squadra parzialmente rinnovata e la possibilità di agire per il bene comune.
Cosa resta dunque? Un vecchio adagio di italiana memoria.
Quando il partito comunista riempiva le piazze, i perfidi politici della Democrazia Cristiana affermavano: piazze piene urne vuote. Oggi, invece, a Montesarchio si potrebbe dire: social pieni, urne vuote. Perchè le alternative, poi, devono incontrare il favore degli elettori. C’è poco da fare…