Montesarchio, un anno fa uccise il figlio: a breve l’udienza del processo
Il 10 settembre dello scorso anno era un sabato e pioveva a dirotto. La Valle Caudina aspettava indolente il compiersi del fine settimana: le partite di calcio, lo shopping, l’aperitivo tra gli amici.
E anche i giornalisti, di solito, sono più rilassati nel week end.
Nel primo pomeriggio, però, arrivò una telefonata che annunciava una brutta notizia da Montesarchio: c’era stato un omicidio. Non erano ancora chiari i contorni della tragedia. Ci mettemmo, dunque, sulle tracce della notizia (come dicono i giornalisti bravi). Non dovemmo cercare molto.
In un condominio in via Cervinara si era consumata una tragedia esistenziale. Un delitto efferato, certo. Figlio, però, di una situazione di forte disagio sociale e psicologico.
I Carabinieri della Compagnia di Montesarchio ci fermarono subito all’ingresso della casa. Il giudice di sorveglianza e il medico legale erano da poco arrivati.
Un uomo, Luigi Piacquadio, stimato segretario comunale anche Montesarchio negli anni passati, aveva ucciso il figlio disabile a coltellate.
Non solo. Dopo aveva anche cercato di togliersi la vita per il gesto appena compiuto.
Settantatrè anni, Luigi Piacquadio è sempre stato una persona stimata da tutti con un amore sconfinato per il figlio disabile dalla nascita.
Quella domenica, scura come il tempo, lo aveva però trovato particolarmente cupo e pessimista. Cosi tanto da portarlo al terribile gesto. Un unico fendente al cuore di quel figlio così tanto amato mentre era ancora nel letto.
Subito dopo, l’uomo aveva rivolto la lama verso di sé per completare “l’opera” ma non era riuscito nell’intento finale.
Uomo perbene, padre esemplare, Luigi si era preso cura fin dall’inizio di quel figlio così amato. Non solo, prestava aiuto anche alla moglie in difficoltà.
Il 10 settembre 2016, il segretario comunale in pensione aveva deciso di mettere tutti in pace anche se stesso.
Oggi è un anno da quella terribile giornata.
Il prossimo 21 settembre ci sarà un’udienza del processo in cui Piacquadio è imputato. L’avvocato che lo assiste, Claudio Barbato, ha richiesto il rito abbreviato.
Attualmente l’uomo è ristretto ai domiciliari in una casa di accoglienze nel centro Italia. Qui si prende cura degli altri: aiuta chi è nel bisogno.
Come ha sempre fatto nella sua vita con chi gli era accanto fino al 10 settembre di un anno fa, quando lo scoramento ha preso il sopravvento sulla speranza; quando una persona sola si è sentita improvvisamente abbandonata da tutti e ha deciso di chiudere ogni via di futuro.
Angelo Vaccariello