Montevergine, Pannarano, Ciesco Bianco: le vette del Partenio in Mtb
Raggiunte per la prima volta le vette del Partenio in MTB. Da Montevergine a Pannarano passando per Ciesco Bianco-Piana di Lauro-Trave del fuoco-Mafariello-Revotole. L’evento è stato organizzato da un gruppo di amici ed appassionati della montagna il 2-3 luglio 2016 capeggiati dal prof. di educazione fisica Roberto Lombardi – pannaranese doc – ma che vive e lavora a Montepulciano Questo percorso, breve ma tecnico e impegnativo, ha il pregio di unire aspetti storico-culturali, sportivi e ambientalistici. L’itinerario va senz’altro catalogato nella categoria del ciclo-alpinismo puro. Non lunghissimo tot. 25 km ma faticoso per le salite, per i tanti tratti di portage e per le discese tecniche ripide e poco pulite. Realizzarlo in 2 giorni è risultata la scelta giusta. Primo giorno: distanza 15.6 km – elevazione minima 1193 – massima 1600 – ascesa 379 – discesa 464.
Partenza dal bivio di Pannarano (BN) con l’autobus (h.7.10 informarsi per la bici a bordo è doveroso) destinazione Mercogliano, grazioso paese residenziale dell’Avellinese da dove con la funicolare (bisogna assolutamente prendere la prima partenza alle 9.00), si raggiunge Montevergine.
Da qui inizia l’itinerario vero e proprio non prima di aver fatto visita al Santuario. Si percorre una prima ripida salita (circa 2 km) e si arriva ad una galleria da qui inizia una discesa su strada asfaltata ma rovinata. Dopo circa 6 km si piega a sinistra da qui inizia una dura salita su asfalto che non ti da respiro con tratti che sfiorano il 30% per circa 3.5 km dopo di che la sosta prolungata è doverosa. Lo sforzo successivo sarà ripagato in pieno. Da qui comincia un lungo portage faticoso fra faggi secolari contorti dal vento e aperture con panorami mozzafiato. Si arriva sul punto più alto della catena (monte Avella 1598) da dove sono ben visibili le montagne del Salernitano a Sud e il Vesuvio a SW. Proseguendo si raggiunge il “Ciesco Bianco” punto panoramico a 360°… fermarsi anche di più ne vale la pena: la valle Caudina a NW è sotto di noi, a ponente il Vesuvio, il golfo di Napoli e se si ha fortuna le isole di Ischia e Capri. Da qui in poi se si ha una bici full-suspension e tanta esperienza comincia il divertimento adrenalinico. Il primo singletrek molto ripido di circa 2 km porta all’incrocio delle 4 vie per poi percorrere la strada asfaltata che conduce dopo 2 km al rifugio Acqua delle Vene dove si pernotta.
Secondo giorno: distanza 10.4 km – partenza quota 1217 – arrivo quota 339 – discesa totale 878.
Partenza h.8.00. Si ripercorre la strada asfaltata fino all’incrocio delle 4 vie da qui si prende il sentiero del CAI 208 che porta dopo 4 km all’acqua fredda, bello pulito e per gran parte pedalabile. Da questo punto in poi c’è solo il segno meno. 10 km di discesa fino a Pannarano.
Inizia il primo singletrek 3.5 km “la trave del fuoco” molto impegnativo che attraversando una faggeta secolare conduce “all’acqua di Carluccio”. Dopo un breve tratto in falsopiano (circa 1.5 km) si piega sinistra per il secondo singletrek di 5 km: “reotole”, l’antico tratturo che porta nella parte pedemontana di Pannarano. Impegnativo ma poco praticabile soprattutto nella parte finale a causa dell’assenza di manutenzione… !!! Peccato mortale non conservare e valorizzare questo antico bellissimo sentiero costruito ad arte con il sudore e che permetteva agli abitanti di Pannarano di raggiungere la montagna da dove se ne traeva benefici e ricchezza.