Morta dopo il vaccino, arriva il risultato dell’autopsia
Morta dopo il vaccino, arriva il risultato dell’autopsia. Annamaria Mantile, la professoressa 62enne morta quattro giorni dopo aver effettuato la dose del vaccino anti Covid, non è deceduta per conseguenze imputabili all’iniezione.
Ed infatti, come riportato da Il Mattino, dall’autopsia effettuata, viene fuori che la la causa del decesso è imputabile ad un infarto intestinale provocato a sua volta dal sequestro, nella parete addominale, di un’ansa del tratto digerente.
Per la professoressa sono stati fatali lo shock emorragico e l’arresto cardiaco ed il vomito accusato insieme al dolore addominale erano conseguenze all’occlusione intestinale in atto.Poco dopo la sua morte, si era dubitato che la tragica scomparsa potesse essere addebitata alla somministrazione del vaccino ed invece l’autopsia ha ” assolto ” AstraZeneca.
Super zona rossa
Si ragiona sempre più concretamente su una super zona rossa nel week end e una zona gialla e arancione rafforzata nei giorni feriali per un’Italia chiusa nei fine settimana. Queste le modifiche al Dpcm 2 marzo su cui sta ragionando il governo Draghi.
Riunione del comitato
Le modifiche potrebbero arrivare già oggi e comunque entro venerdì 12 marzo. Questo dovrebbe essere il risultato della la riunione del Comitato Tecnico Scientifico di ieri e in attesa della riunione della Cabina di Regia dell’esecutivo sull’emergenza coronavirus.
Una decisione sulle misure è attesa per oggi e durerà fino a dopo Pasqua, mentre le regioni italiane vanno verso il cambio di colore sempre entro venerdì con l’ordinanza del ministro della Salute dopo il report #43 dell’Istituto Superiore di Sanità.
Mentre nelle ultime 24 ore si registra il picco dei ricoveri in terapia intensiva. Si contano 278 nuovi ricoveri. Mai così tanti da quando viene diffuso il dato, dal 3 dicembre scorso. E salgono anche le vittime: 376, 58 in più di ieri.
Comitato atttestato sulle linea dura
Come era da attendersi, dunque, il Comitato è attestato sulla linea dura. Il cts considera la curva in rialzo dei contagi e gli ospedali in sofferenza con le terapie intensive al di sopra della soglia critica in tante regioni.
Vanno limitati i contatti interpersonali, E le misure attualmente in vigore non bastano. Non bisogna dimenticare i ritardi sui vaccini.
Da qui l’indicazione a irrigidire le misure in ogni zona ‘colorata’, ristabilendo nel contempo il ‘contact tracing’. E potenziando il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti.
Ribadita anche la necessità di introdurre il criterio dell’incidenza settimanale: con 250 casi ogni 100mila abitanti si va automaticamente in zona rossa.
E la tempestiva conclusione della revisione degli indicatori epidemiologici di monitoraggio, in modo da avere dati più aggiornati possibile e intervenire più rapidamente con le azioni di ‘contenimento/mitigazione’ a livello nazionale, regionale e locale. Ora tocca al governo decidere.