Muore in ospedale dopo aborto d’urgenza

Redazione
Muore in ospedale dopo aborto d’urgenza
Muore in ospedale dopo aborto d’urgenza

Muore in ospedale dopo aborto d’urgenza. Il marito denuncia. Un ricovero a causa di continui malesseri al quarto mese di gravidanza; poi le condizioni che si aggravano sempre di più fino alla decisione dei medici di un aborto d’urgenza per complicazioni che però non è riuscito a salvare la vita.

È la drammatica storia di una giovane donna di 24 anni morta martedì scorso all’ospedale Vito Fazzi di Lecce; qui era ricoverata da circa tre settimane a causa della difficile gravidanza.

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Su quanto sia accaduto alla giovane Aissatou Bah, incinta di una bimba e al quarto mese di gravidanza, sarà avviata ora una indagine dell’autorità giudiziaria che si affiancherà a quella interna dell’Asl salentina.

A chiedere a gran voce che sia fatta luce su quanto accaduto alla giovane donna è stato il marito. Operaio 28enne che come la vittima è originario della Guinea e con lei condivideva da diversi mesi l’abitazione a Monteroni di Lecce.

La denuncia

Lo stesso giorno della morte l’uomo ha presentato denuncia-querela presso gli uffici della Squadra Mobile di Lecce. Ha chiesto di indagare sulle esatte cause del decesso della donna, per ora non chiare, e di stabilire eventuali responsabilità da parte di chi la teneva in cura.

Il 28enne infatti ha reso noto nella sua denuncia che dallo stesso ospedale non hanno saputo dargli una risposta esatta alla richiesta di conoscere la causa del decesso della moglie tanto da avergli chiesto l’autorizzazione per disporre l’esecuzione di un riscontro diagnostico post mortem.

Come riferisce lo studio legale Studio3A Valore che assiste l’uomo, nella sua ricostruzione, il marito della vittima ha raccontato che la donna da tempo accusava malesseri; che l’avevano spinta a rivolgersi al 118 in più occasioni.

Era stata sempre visitata a domicilio e rassicurata sulle sue condizioni fino al 25 maggio; quando la giovane è stata finalmente ricoverata nel reparto di Ginecologia dell’ospedale di Lele per controlli più approfonditi.

Le sue condizioni però sono peggiorate fino a che, il 10 giugno. I medici hanno deciso di operarla d’urgenza per farla abortire a causa di un grave rischio di morte. Una operazione che però non è servita a salvarle la vita visto che la donna non si è mai più ripresa e quattro giorni dopo è morta.