Musella rilegge I Quaderni del carcere di Gramsci
Musella rilegge I Quaderni del carcere di Gramsci. Equazione Personale. I Quaderni del carcere di Antonio Gramsci: una lettura. Di Luca Musella – Edito da Sensibili alle foglie
Lettura in chiave attuale
Un libro esile che, senza nessuna pretesa di esaustività, si propone di offrire una lettura dei “Quaderni” in chiave attuale. Un libro caratterizzato da un linguaggio asciutto e piacevole e, quindi, adatto ad un pubblico vasto.
Numero di matricola 7047: Antonio Gramsci nelle carceri fasciste prende appunti e scrive lettere. Un modo per sentirsi vivo e non sopperire alla lenta miseria che azzanna il corpo, che porta la mente vicino alla resa. “Si diventa vecchi in un colpo.” Eppure, è proprio nella Resistenza alla compressione fascista dell’intellettuale Gramsci che esce l’uomo.
Il sentirsi spiato, umiliato, sottomesso provoca in Gramsci un’istintiva ribellione all’ovvio. Al suo stato di prigioniero ma, in chiave più generale, un’istintiva ribellione all’ingiustizia. Così tutti i Quaderni assumono il tono di un’insurrezione che è prima individuale e poi politica.
Appunti come carne viva
Cancella, riscrive, annota, sovrappone pensieri suoi a quelli altrui. Appunti come carne viva. L’unica carne viva che come prigioniero può avere.
La morte inizia ad aleggiare nel suo cervello, a rivendicare una centralità nella stessa quotidianità. Si manifesta in minuscole cose, nell’assenza di dignità come nel sentirsi un’infinitesima parte di una sofferenza collettiva.
Gli affetti che mancano, i ricordi che a tratti sbucano fuori e fanno male, il pianto. Le distinzioni tra i pianti: la capacità di comprendere il lamento di altri detenuti. Sarà giovane? Sarà nervoso? Sarà disperato?
Così l’esperienza della prigione diventa esperienza della privazione, in cui affiora con violenta poesia l’idea della centralità della vita. Del suo insostituibile peso etico. Così scrive e riscrive, confonde e fonde, con la fretta della pancia e non del cervello.
Cristallino amore per le masse
Il carcere diventa luogo di memoria, di cristallino amore per le masse, di elaborazione di sé e dello stesso comunismo. Ha fretta, Gramsci, non tanto perché ha paura dei fascisti, quanto perché teme di perdere la sua lucidità. Quel filo rosso che voleva avere con gli altri.
Luca Musella tenta di riprendere questo filo dal basso, di interrogare il detenuto Gramsci sui mali della modernità. Un tentativo, vero, ma la lettura di “Equazione personale” è gradevole e fa riflettere. Il libro può essere acquistato su tutte le piattaforme online.