San Martino Valle Caudina: in ricordo di don Ugo Della Camera
San Martino Valle Caudina. Il meeting dei giovani e quello per i bambini, l’amore per la montagna, i momenti di raccoglimento in quella zona che lui denominò La Rosta Mistica, le paterne strigliate, i sorrisi di amore e di perdono, l’aiuto che dava alle persone in difficoltà, senza strombazzare in giro il suo impegno, la dirittura morale, forte come il granito, ed una grande fede.
Cinque anni fa moriva monsignor Ugo Della Camera, per un lunghissimo periodo parroco di San Martino Valle Caudina. Questa sera ci sarà una messa per ricordare quella fatidica data che nessun sammartinese potrà mai dimenticare. La morte arrivò, dopo una lunga e terribile malattia, che quel sacerdote accettò con estrema pazienza, tanto da essere, anche sul letto di morte, un esempio per tutti. A prima vista, poteva sembrare un ruvido curato di campagna, ma spesso le apparenze ingannano. Era una persona mite, buona, altruista e la sua personalità era alimentata da una fede, temprata dalla preghiera e dalla certezza della presenza di Dio.
Don Ugo, il titolo di monsignore gli stava stretto, come mi diceva spesso, con quel suo vocione inconfondibile, cercava e trovava Dio nella straordinaria bellezza del creato. Nei giorni di estate, era facile vederlo passeggiare nei pressi del Mafariello, con il breviario in mano. In quei momenti, il suo viso era placido perché si beava dell’amore del Signore verso gli uomini. “Un Dio che crea cose tanto belle, mi disse una volta in una intervista, non può non essere un Dio buono e misericordioso. Le porte della casa del Signore, quella celeste e quella terrena, sono aperte sempre e a tutti. Non bisogna neanche bussare”.
Un prete buono ed un buon sacerdote che ha saputo essere pastore e guida per la sua comunità. Non era nato a San Martino, ma San Martino era diventata la sua patria, il suo paese. Lascia un’eredità forte. Quei ragazzi che partecipavano al meeting sono diventati uomini e li riconosci subito. Capisci che hanno avuto il suo insegnamento, che cercano di seguire il suo esempio. Proprio i ragazzi sono l’eredità più bella che ha lasciato al paese. Qualcuno di loro è impegnato in politica e, probabilmente, alle prossime elezioni amministrative, si prepara a svolgere un ruolo da protagonista. E, certamente, lo farà sapendo che don Ugo lo guarda e non potrà essere un amministratore come gli altri. Quel placido sacerdote continua a mancare ma ha seminato bene ed i frutti si cominciano a vedere.
Peppino Vaccariello