Negozi fisici: nel Regno Unito, picco di vendite a marzo 2024

Redazione
Negozi fisici: nel Regno Unito, picco di vendite a marzo 2024

Secondo i dati del British Retail Consortium, un’associazione di categoria per le attività di vendita al dettaglio nel Regno Unito, a marzo di quest’anno il tasso di crescita annuale si è attestato a un solido 3,5%. Si tratta di un incremento significativo rispetto al mese precedente (1,1%). Dato ancora più rilevante, il tasso di crescita di marzo ha superato la media trimestrale di crescita (2,1%) e quella annuale (2,9%).

Questa impennata ha rinnovato le speranze di un tanto atteso cambio di traiettoria per i negozi del Paese. Oltre a festeggiare, però, è fondamentale comprendere le forze in gioco per poter predire correttamente il futuro delle vendite al dettaglio.

La Pasqua anticipata

Le vacanze pasquali di quest’anno 2024 sono arrivate in anticipo rispetto al solito: a fine marzo anziché fine aprile. Durante questo lungo weekend, i consumatori hanno incrementato le spese alimentari del 6,8% rispetto a marzo dell’anno scorso. Sarah Bradbury, amministratrice delegata dell’Institute of Grocery Distribution, ha inoltre sottolineato che questo aumento mensile delle spese alimentari è stato il quarto consecutivo di crescita rispetto agli anni precedenti e ha dato ai commercianti speranza di un futuro più stabile.

Dal momento che nel Regno Unito è usanza comune ospitare familiari e amici, anche altre categorie di spesa relative alla casa hanno visto un’impennata delle vendite: tessili, stoviglie e accessori per la cucina sono stati molto venduti a marzo, quando i consumatori si stavano accingendo a migliorare l’aspetto e l’atmosfera della loro casa in vista dell’arrivo della primavera, oltre che per ospitare altre persone.

Altri settori, invece, sono stati meno fortunati: si avevano alte aspettative per accessori per il barbecue, mobili da esterno e articoli per il fai da te, ma le condizioni atmosferiche sfavorevoli non hanno incoraggiato le attività all’aperto durante questo ponte.

Detto ciò, questo recente trend positivo non vuol dire che il settore delle vendite al dettaglio nel Regno Unito sia fuori pericolo. Il passaggio allo shopping online dell’ultimo decennio vede sempre più persone preferire i negozi online, giocare nei casinò online, fare shopping online, costituendo una costante minaccia per i punti vendita fisici.

Il settore vendite al dettaglio del Regno Unito è ancora in ripresa

Mentre le vendite di prodotti alimentari hanno visto un forte rialzo a marzo, quelle di prodotti non alimentari sono state abbastanza deludenti. In un comunicato stampa, il British Retail Consortium ha dichiarato che la crescita delle vendite di articoli non alimentari nei negozi fisici si è attestata attorno allo zero, con una diminuzione dell’1,1% tra gennaio e marzo rispetto all’anno precedente. Si è trattato di un cambiamento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che aveva visto un aumento del 5,2%.

Uno dei fattori inediti che ha contribuito a questi dati negativi è stato il già menzionato fattore meteorologico. Karen Johnson, responsabile settore Retail della Barclays Bank, ha dichiarato che “le frequenti piogge sono state un fattore chiave del rallentamento delle spese discrezionali”. Questo perché sempre più consumatori hanno scelto di rimanere a casa piuttosto che andare al ristorante o per negozi. Come conseguenza, i tassi di spesa e della domanda sono diminuiti.

Tuttavia, col miglioramento delle condizioni atmosferiche, si confida nel fatto che consumatori e consumatrici trascorreranno più tempo fuori casa, partecipando a più eventi all’aria aperta, che siano le Olimpiadi di Parigi 2024 o una data dell’Eras Tour di Taylor Swift, le abitudini di spesa passeranno a un trend positivo e i negozi fisici vedranno vendite più alte.

Tra i brand UK più conosciuti che hanno subito tutti i contraccolpi del settore vendite al dettaglio, troviamo Ted Baker. L’8 aprile 2024 è stata annunciata ufficialmente la chiusura di ben 15 negozi in tutto il Regno Unito a causa delle costanti perdite. Questa mossa è costata la perdita di 120 posti di lavoro.

Undici di questi punti vendita hanno chiuso i battenti entro il 19 aprile e altri quattro ancora prima (un outlet a Manchester, un altro a Bicester e altri due al centro di Londra). La sola chiusura dei quattro outlet ha determinato la perdita di circa 100 posti di lavoro. Un destino simile è toccato a The Body Shop, famoso brand di prodotti per la cura del corpo, che ha chiuso 75 negozi nel Regno Unito a marzo, causando la perdita di 489 posti di lavoro.

Secondo Linda Ellett, responsabile Consumer markets, Leisure & Retail della KPMG, sebbene i punti vendita al dettaglio nel Regno Unito stiano ancora attraversando un momento difficile, ci sono aspettative di miglioramento nei prossimi mesi. Con il picco dei tassi di interesse e l’allentarsi delle pressioni dell’inflazione, c’è motivo di credere in un miglioramento della disponibilità a spendere dei consumatori. I commercianti sperano di vedere questa maggiore disponibilità tradursi in vendite effettive.

Al momento, consumatrici e consumatori del Regno Unito si mostrano ancora cauti nelle spese e hanno un budget limitato a disposizione. I negozi al dettaglio che si occupano di prodotti discrezionali primari, come gli articoli di abbigliamento, sono ancora in difficoltà. Nel complesso, i negozi al dettaglio del Regno Unito sono sulla via della ripresa dopo l’impatto dell’elevata inflazione degli ultimi due anni.

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