Nessun servizio sanitario in Valle Caudina, clamorosa esclusione
Nessun servizio sanitario in Valle Causina, clamorosa esclusione. Quando passa il tempo delle belle parole, quando termina il clamore della circostanza, la storia si ripete all’infinito. Un territorio debole, resta tale perché fa comodo, perché è stato sempre, perché, se pur ci dovesse essere una protesta sarebbe circoscritta e poco efficace.
L’abbaglio e la normalità
Dopo il ferimento di Fiore Clemente, avvenuto lo scorso 11 febbraio a San Martino Valle Caudina e l’omicidio di Nicola Zeppetelli che si è consumato sabato 19 febbraio a Joffredo di Cervinara, sembrava che la Valle Caudina fosse entrata nell’agenda delle istituzioni sovracomunali.
Ma, la direttrice generale, la manager per usare il termine delle persone che parlano bene, dell’Azienda Sanitaria Avellino, Maria Morgante, con il pragmatismo che la contraddistingue ha tenuto a riportarci tutti con i piedi per terra. Ha fatto subito capire che si è trattato di un abbaglio e ci ha spalancato gli occhi sulla normalità.
I comuni irpini della Valle Caudina, Roccabascerana, San Martino Valle Caudina, Cervinara e Rotondi vengono esclusi dal quel processo che vuole la sanità, le cure più vicine ai cittadini. La Valle Caudina non avrà un ospedale di comunità.
Il territorio dell’Asl ne avrà tre, ad Avellino, Monteforte Irpino e Moschiano. Mentre a Bisaccia è stato già destinato. Parliamo di territori che già fanno leva su importanti strutture ospedaliere. La ratio doveva essere quella di crearne là dove non ci sono. Ma neanche la ragione può avere la meglio sulla prepotenza.
Case di comunità e centrali operative
Niente ospedale di comunità, allora, i quattro comuni irpini potevano essere destinatari delle case di comunità. Si tratta di strutture pensate per decongestionare l’afflusso nei grandi ospedali e curare sul posto.
Anche da questo punto di vista, nisba, non c’è trippa per i gatti. Ecco le località destinatarie dei dieci ospedali di comunità: Moschiano, Monteforte Irpino, Lioni, Lapio, Bisaccia, Fontanarosa, Avellino, Castel Baronia, Montecalvo Irpino e Montoro.
Stesso discorso vale per le quattro Centrali operative territoriali che sorgeranno ad Avellino, Monteforte Irpino, Moschiano, Vallata. I rappresentanti delle istituzioni si riempiono la bocca di progetti ed interventi. Ma quando bisognerebbe portare un straccio di servizio in Valle Caudina, diventano tutte mute.
P.V.