Nove pentiti lo accusano: alla fine è assolto per non aver commesso il fatto
De Rosa Paride era stato condannato all’ergastolo in primo grado per due omicidi, commessi a Qualiano, a distanza di un mese l’uno dall’altro: l’omicidio di Russo Pasquale detto ‘o cartunaro, avvenuto il 9 novembre 2006 e l’omicidio di Alderio Armando detto ‘o scarpariello, avvenuto il 1 dicembre 2006 .
Secondo la ricostruzione della direzione distrettuale antimafia, che aveva portato in primo grado alla pesante condanna all’ergastolo, i due omicidi si inquadrano nella faida tra il clan D’Alterio/ Pianese ed il clan De Rosa, scatenata dalla uccisione di Pianese Nicola ‘o mussuto.
Pesantissime e schiaccianti apparivano le prove a carico di De Rosa Paride.
Infatti era raggiunto dalle accuse di ben nove pentiti : Pianese Ciro, D’Alterio Bruno, Guadagno Vito, Chianese Giovanni, D’Alterio Michele, Solmonte Rosario, Cappiello Ciro, D’Arbitrio Salvatore, Di Mare Vincenzo.
Tutti i pentiti erano concordi nell’affermare che “Pariduccio” fosse stato mandante ed esecutore dell’omicidio di Russo Pasquale, crivellato di colpi in una centralissima via di Qualiano il 9 novembre del 2006.
Gli stessi pentiti avevano dichiarato che, inoltre, De Rosa fosse stato il mandante dell’omicidio di Alderio Armando, verificatosi a solo un mese di distanza nella stessa cittadina.
Il giudizio di primo grado decretò la attendibilità dei collaboratori alla luce delle altre numerose prove a carico del De Rosa: videoriprese delle telecamere di sorveglianza che inquadravano i killers, sequestro di armi, intercettazioni, dichiarazioni rese dai testimoni oculari, sequestro dei mezzi utilizzati per la commissione degli omicidi, tra cui l’ambulanza utilizzata per eseguire l’omicidio di Russo Pasquale.
Durante l’intero processo di primo grado si verificarono forti scontri dialettici tra il difensore di De Rosa avvenuti tra l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli ed i Giudici durante l’esame in aula dei pentiti.
Anche in secondo grado i toni sono stati accesi. Infatti, alla scorsa udienza del 7 settembre, l’ arringa dell’unico difensore di De Rosa Paride è stata persino interrotta dal Presidente della Corte di assise di appello su richiesta del rappresentante della Procura Generale per aver l’avvocato usato toni troppo forti nei confronti dei collaboratori di giustizia.
L’arringa della difesa di De Rosa ha impegnato la Corte per circa quattro ore, all’esito della quale la Corte di assise di Appello ha disposto il rinvio all’udienza del 16.09.16.
Dopo una lunga camera di consiglio la Corte di Assise di Appello, I sezione penale, presidente dott. ssa Monaco, a latere dott. Santaniello , ha assolto De Rosa Paride da tutti e due gli omicidi per non aver commesso il fatto.
Successo della difesa senza precedenti : mai nove pentiti non erano stati ritenuti sufficienti per condannare una persona.
Decisione che farà molto scalpore nell’ambiente giudiziario.
Solo leggendo la motivazione della sentenza si potranno comprendere quali tesi giuridiche sono state condivise e quali “ cavilli” siano stati determinanti.
E’ stato anche assolto e rimesso in libertà Giacomelli Massimo, difeso dall’avv. Beatrice Salegna, anch’egli condannato in primo grado all’ergastolo, accusato di aver aiutato De Rosa nella esecuzione dell’omicidio di Russo Pasquale .
Riformata, invece, in trent’anni la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado a Mallardo Luigi, difeso dagli avvocati Pasquale Pianese e Saverio Senese.
Se sorprende la assoluzione di De Rosa e di Giacomelli, colpisce altrettanto la conferma da parte della Corte di assise di appello delle condanne inflitte in primo grado ai pentiti D’Alterio Bruno ( anni 30 ) e Guadagno Vito ( anni 16 ) .
Con la clamorosa decisione che ha cancellato l’ergastolo, De Rosa Paride non ha lasciato il carcere in quanto rimane detenuto per altri reati, ma può sperare di ritornare in libertà, atteso che dovranno essere valutati dalla Suprema Corte di Cassazione i ricorsi proposti dal suo difensore in altri due procedimenti penali.
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