Obbligo di mascherina a scuola per studenti dai 6 ai 12 anni.
Obbligo di mascherina a scuola per tutti gli studenti di età compresa tra i 6 e 12 anni d’età. È questa la decisione presa dal Consiglio di Stato.Il superiore consesso ha respinto l’istanza cautelare di un gruppo di genitori i cui figli non avevano nessun problema di salute e non soffrivano di problemi respiratori. E quindi non in obbligo di indossare la mascherina.
Come si legge in un decreto monocratico, il presidente delle Terza Sezione Franco Frattini sottolinea che pur “nel contrasto tra valutazioni scientifiche, tutte certamente meritevoli di attenzione, l’obbligo contestato non si caratterizza per la “manifesta irragionevolezza”.
Tanto da consentire al giudice stesso di intervenire su decisioni di cui “il Governo si assume per intero tutta la responsabilità”. Ne consegue che, secondo l’interpretazione del Consiglio di Stato, è obbligatorio per gli alunni dai 6 anni in su indossare questo dispositivo di protezione.
Il giudice, nello specifico, prendendo atto della documentazione presentata dai genitori, evidenzia che esistono studi di segno opposto rispetto all’uso della mascherina per i bambini.
“A fronte della documentazione scientifica depositata dagli appellanti”, esistono altre documentazioni scientifiche, e in particolare gli studi alla base delle valutazioni del Cts e del governo che vanno “nel senso della tollerabilità fisica anche per i bambini da 6 a 12 anni dell’uso della mascherina.
E ciò viene ritenuto sufficiente a disporne l’uso obbligatorio, tenuto conto delle sempre maggiori evidenze di contagi di minori anche molto giovani”. Lo stesso provvedimento fissa la discussione collegiale in camera di consiglio per il 22 aprile 2021.
Sale la pressione sulle terapie intensive in Italia: sopra la soglia critica in 14 Regioni
Questa settimana scende sotto la soglia d’allarme di 1 e si attesta a a 0,98 il valore dell’Rt nazionale secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore della Sanità, ma non migliora la situazione negli ospedali italiani.
Secondo quanto emerge dal monitoraggio settimanale della cabina di regia in 14 regioni le terapie intensive sono sopra la soglia critica. Quattordici regioni/province autonome contro le 12 della settimana scorsa.
La soglia del 30 percento per le terapie intensive e del 40 percento per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020.
Il tasso nazionale di occupazione delle terapie intensive sale al 41%
È in aumento il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale e sopra la soglia critica del 30 percento. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Iss è pari al 41 percento contro il 39 percento della scorsa settimana.
Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.546 (23/03/2021) a 3.716 (30/03/2021). In aumento anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale e sopra la soglia critica (44 percento) con un aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 28.428 (23/03/2021) a 29.231 (30/03/2021).
In diminuzione, fa sapere ancora l’Iss, il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (49.186 vs 53.837l la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (34,4% vs 33,8% la scorsa settimana).
Covid, le regioni in cui le terapie intensive sono sotto pressione
I dati sulle terapie intensive aggiornati al primo aprile da Agenas Regione per Regione: Abruzzo 32%, Basilicata 15%, Calabria 22%, Campania 26%, Emilia Romagna 50%, Friuli Venezia Giulia 46%, Lazio 38%, Liguria 31%;
Lombardia 61%, Marche 57%, Molise 41%, Bolzano 19%, Trento 52%, Piemonte 60%, Puglia 45%, Sardegna 16%, Sicilia 17%, Toscana 42%, Umbria 41%, Valle D’Aosta 30% Veneeto 28%.