Omicidi clan D’Ausilio: la Cassazione annulla la sentenza
Per i tre omicidi di Zito Antonio, Toller Mario e Colle Amedeo, avvenuti rispettivamente il 15.12.07, il 14.06.08, il 15.01.09, commessi su mandato del boss Domenico D’Ausilio, soprannominato “Mimi o sfregiato”, i giudici di primo grado in data 18.11.03 inflissero l’ergastolo a costui ed all’organizzatore dei tre delitti, Tripodi Roberto; come inflissero l’ergastolo a Marigliano Gennaro ed a Scarpa Luca coinvolti in uno solo dei tre omicidi in questione.
Il giudizio di appello si concluse con la conferma delle condanne ad eccezione della posizione dello Scarpa la cui pena, nonostante trattavasi di un omicidio premeditato e di camorra, fu rideterminata in data 24.06.15 dalla Corte di assise di appello – II sezione – in anni 28 di reclusione.
Le prove erano rappresentate dalle dichiarazioni dei pentiti Giacobbe Gaetano, Ferrara Emanuele, Fontanella Carmine, Cipollaro Vincenzo e Toller Mario ; per l’omicidio di Toller Giovanni vi erano anche le dichiarazioni di Toller Gennaro e Toller Carmela , testimoni oculari dell’assassinio del fratello.
Dopo la conclusione dei due gradi di giudizio, tutti i condannati decidono di mutare il collegio difensivo.
Ieri sera si è svolto il giudizio innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, prima sezione penale, presieduta dal Dott. Cortese .
Il Procuratore Generale, dott. Canevelli, ha chiesto il rigetto di tutti i ricorsi.
Hanno preso la parola nell’ordine gli avvocati Giovanni Aricò e Massimo Krogg per D’Ausilio, Francesco Liguori per Scarpa ed, infine, ha terminato nel tardo pomeriggio, l’avvocato Dario Vannetiello in difesa dell’organizzatore di tutti e tre gli efferati omicidi (Tripodi) nonché difensore di colui che materialmente sparò a Toller Giovanni (Marigliano) .
Ebbene, nei confronti di D’Ausilio, Tripodi e Scarpa, la Suprema Corte ha annullato la sentenza emessa dalla Corte di assise di appello concedendo per gli omicidi ai danni di Colle Amedeo e di Toller Mario la attenuante di cui all’art. 116 codice penale, cioè l’essersi verificato un reato diverso (la morte) di quello voluto (il ferimento), ordinando un nuovo giudizio innanzi ai magistrati napoletani di appello per la rideterminazione della pena.
Inoltre, anche nei confronti di Marigliano Gennaro, il quale rispondeva solo dell’omicidio di Toller Giovanni con contestuale ferimento di Abete Luigi, la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo per una diversa ragione : ha escluso la aggravante della premeditazione e, così, anche per Marigliano è stato ordinato un nuovo giudizio per la rideterminazione della pena.
Invece è stato rigettato completamente il ricorso proposto dalla difesa del pentito Giacobbe Gaetano, confermando la condanna ad anni 16 di reclusione.
I supremi giudici sono pervenuti a tale decisione anche grazie alla valutazione degli scritti difensivi a firma dell’avv. Mauro Valentino nell’interesse di Tripodi ed a firma dell’avv. Riccardo Ferone nell’interesse di Marigliano Gennaro.
La parola fine su questa pagina molto violenta della città di Napoli ancora non è stata scritta.