Omicidio di Avellino, don Renato: Sconvolto, torniamo a dare senso alla vita

Il Caudino
Omicidio di Avellino, don Renato: Sconvolto, torniamo a dare senso alla vita
I fidanzati assassini e le cose ancora da chiarire

Omicidio di Avellino, don Renato: Sconvolto, torniamo a dare senso alla vita. Don Renato Trapani, parroco a Cervinara, fatica a trovare le parole per commentare l’omicidio commesso ad Avellino da parte di un giovane di Cervinara, Giovanni Limata, e la sua fidanzata, Elena Gioia (qui tutti i dettagli del barbaro omicidio).

Omicidio di Avellino, don Renato: Sconvolto, torniamo a dare senso alla vita

“Non conosco bene il ragazzo – spiega al Caudino il sacerdote – ma come tutti sono rimasto molto colpito dall’efferatezza del gesto, dagli autori e dalla loro giovane età e dalla vittima, il papà di lei”.

Don Renato evidenzia come “c’è la necessità di una profonda riflessione che sia figlia del silenzio e dell’esame di coscienza che tutta la collettività deve fare”.

Responsabilità

Per il sacerdote, “è chiaro che la responsabilità del gesto non può essere estesa a nessun altro: gli autori sono stati identificati e c’è poco da discutere.

Io, però, vorrei riflettere sul senso della vita. Come è possibile che una vita umana valga cosi poco?

E’ mai possibile che due giovani ragazzi che hanno tutta la vita davanti pianifichino lo sterminio di una famiglia e mettano a morte il papà di lei”.

Comunità

La riflessione del sacerdote è amara: “Viviamo tempi cupi, in cui si perde di vista il valore reale delle cose per seguire l’effimero.

Ognuno di noi – sottolinea – deve interrogarsi su quello che è successo. Ancora di più, però, le agenzie formative ed educative devono chiedersi come stanno crescendo queste nuove generazioni”.

“La scuola, le famiglie, lo Stato, le parrocchie, le associazioni di volontariato – è il pensiero del prete – devono agire insieme, coordinarsi per spiegare come la vita sia intoccabile e come i problemi si possano risolvere dialogando, parlando e confrontandosi su cosa sia meglio e cosa no”.

La riflessione del sacerdote si sposta sul senso di comunità: “E’ facile giudicare per ognuno di noi, anche perché è un delitto cosi assurdo da far rabbrividire ogni persona. Allo stesso tempo, la comunità deve interrogarsi sul perché un uomo, seppur giovane, si è ridotto a commettere un gesto cosi odioso, cosi estremo da lasciare tutti interdetti. Lasciamo che ognuno di noi alzi una preghiera per il padre defunto, per i due ragazzi e sopratutto per le loro famiglie, sconvolte da una brutalità senza spiegazioni”.

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