Omicidio Madonna: il racconto di alcuni testimoni
Andando via, li vide che parlavano a pochi passi dal suo tabacchino. Era già buio ed i lampioni non erano stati ancora accesi. Lei aveva fretta: doveva raggiungere l’abitazione dell’allora fidanzato, che poi sarebbe diventato suo marito, perché doveva telefonare. Il 7 di ottobre del 1993, il cellulare era un lusso che pochissimi si potevano permettere. E così nel negozio restò il padre, ancora un quarto d’ora prima che chiudesse.
Annalisa Magnotta aveva rilevato nel gennaio del 1993 il sale e tabacchi storico di via Carlo Del Balzo, che si trovava a pochissimi metri dall’abitazione di Errico Madonna. Ricorda benissimo quella sera, le immagini sono nitide.
Prima di andare a casa del fidanzato, ad esempio, Annalisa stava parlando con Michele Pallotta che ha il negozio di fronte al sale e tabacchi.
Verso le 20 Michele salì sopra in quanto doveva registrare l’edizione serale del Tgsei.
Ed allora la ragazza decise di andare via.
In strada non c’era nessuno: era di giovedì e, quindi, anche il minimarket Romano di fronte era chiuso.
Annalisa imboccò la strada per San Potito e nel negozio restò il padre Michele con un avventore.
Neanche il tempo di arrivare a casa del fidanzato, Enzo Frugiero, che in via Carlo del Balzo si scatenò l’inferno.
I colpi furono chiari: il papà della ragazza e l’avventore, si chiusero nel piccolo bagno del negozio.
Michele, invece, interruppe la registrazione si armò di telecamera e girò le prime immagini di quella strage in tempo per mandarle nel telegiornale.
Le immagini furono girate dal balcone della sua abitazione ma i sicari erano già andati via, spariti nel buio della sera che si faceva notte.
L’azione fu fulminea. Intanto la sorella gemella di Annalisa, Angela, arrivò in piazza Municipio e non la fecero passare per andare in via Carlo del Balzo.
La polizia aveva chiuso la strada al traffico. Raggiunse la sua abitazione di via Pantanari e telefonò alla sorella che si trovava sempre dai suoceri.
Annalisa arrivò al Trescine, lasciò l’auto e si incamminò a piedi verso il suo negozio.
Capì quello che era successo, vide il suo negozio chiuso si rassenerò.
Naturalmente, questo racconto Annalisa Magnotta ed il padre Michele lo riferirono agli inquirenti.
Lei ricorda bene anche Errico Madonna visto che, dopo essere stato rilasciato, l’ex avvocato comprava da lei le sigarette. Fumava le Ms: era abbastanza educato ma sembrava assente, rapito da chi sa quali pensieri. A differenza di altri esercizi commerciali del paese, a lei non chiese il pizzo. Forse era intimidito da quella che era solo una ragazza o, forse, non voleva avere problemi a due passi da casa sua. Altro ricordo nitido di Annalisa è che quando arrivò in via Carlo del Balzo si materializzarono tantissime persone. Quei colpi avevano destato tutti in quella sonnecchiosa serata di ottobre. Erano i colpi che sancirono una morte annunciata da quando Errico Madonna era uscito dal carcere. (continua)
Peppino Vaccariello