Operaio muore sul lavoro, aveva 49 anni
Operaio muore sul lavoro, aveva 49 anni. Ancora incidenti sul lavoro, non si arresta la tragica scia di sangue. Stavolta è successo a Soresina in provincia di Cremona, dove il 49enne Alberto Pedrazzi è morto schiacciato mentre tentava di sbloccare un macchinario che si era improvvisamente inceppato.
I fatti sono avvenuti intorno alle 14.00, nell’azienda “Pedrazzi Giacomo”, impresa che si occupa di lavorazione di precisione. Durante l’intervento, ovviamente a macchinario spento, il sistema ha improvvisamente ricominciato a funzionare.
E il tecnico, che in quel momento aveva il braccio sinistro inserito fra gli ingranaggi, non ha avuto scampo. L’arto è stato schiacciato violentemente e le ferite, estese, hanno raggiunto il collo fin quasi alla testa.
Immediato l’intervento dell’ambulanza e il decollo dell’elisoccorso da Brescia ma sfortunatamente, pur avendo fatto tutto il possibile, i paramedici non sono riusciti a salvargli la vita. Troppo critiche le condizioni.
La vittima era contitolare dell’azienda e sulle dinamiche e cause della sua morte stanno indagando ora carabinieri e ispettori di Ats Val Padana.
Francesco morì a 12 anni, un medico a processo
Aveva solo 12 anni Francesco quando morì. Non aveva patologie pregresse e, con la giusta diagnosi e un’operazione tempestiva poteva salvarsi. Ne sono convinti i consulenti del giudice di Lodi.
A lui si sono rivolti i genitori di Francesco Rogelio Palomino Conga, dodicenne di origini sudamericane morto il 30 dicembre 2019 all’ospedale di Vizzolo Predabissi (Milano), 60 ore dopo essere stato ricoverato per un blocco intestinale.
Francesco, morto a 12 anni: «Poteva essere salvato»
I genitori di Francesco, assistiti dall’avvocato Giuseppe Badolato, sono ricorsi in sede civile contro l’Asst di Melegnano e della Martesana, mentre un medico è a processo in sede penale.
E per i consulenti del giudice, se Francesco fosse stato sottoposto ad una diagnosi appropriata e ad un intervento chirurgico tempestivo, le “probabilità di sopravvivere sarebbero state del 90-97%”.
Non è il primo caso di malasanità che siamo costretti a registrare. Questa volta ci è andato di mezzo un ragazzino di appena 12 anni che ha perso la vita, molto probabilmente, per superficialità e forse incompetenza.